A bordo anche 11 donne incinte e numerose persone ferite che sono state trasportate in barella. Tra i feriti anche un giovane che porta i segni di lesioni da arma da fuoco e da machete, I migranti sono stati soccorsi in 36 ore in diverse operazioni di salvataggio.
A parte i salvataggi di alcune centinaia di migranti, per gran parte maghrebini, nell'ultimo mese questo è il primo grande sbarco di persone che provengono anche da zone di guerra e dell'Africa centrale (Siria, Egitto, Mali, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen). Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure. Numerose donne di origine sub-sahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali e di essere state imprigionate per diversi mesi. Cinquanta persone sono richiedenti asilo siriani in fuga dalla Libia, e tra questi intere famiglie con bambini e due donne incinte al nono mese di gravidanza. "Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni. Ma presto in questo Paese tutto è diventato caotico, non ci sono più soldi, né lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani" ha spiegato un siriano ai volontari della ong. In Libia, se vedono siriani dicono 'dammi i soldi'.
Mi hanno rubato la macchina. È uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta". Con la famiglia ha tentato la traversata tre volte, ha proseguito. precisando che la barca era partita da Garabulli, a est di Tripoli.
"Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore dimostrano - afferma Valeria Calandra, presidente di Sos Méditerranée Italia - che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza in Libia. In mancanza di un'alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare più mortale al mondo" L'organizzazione si appella alle autorità nazionali ed europee sulla "necessità urgente di mobilitazione di imbarcazioni di salvataggio nel Mediterraneo per intervenire in tempo", prima di altri tragici naufragi. "Di fronte all'assenza di un adeguato dispositivo di salvataggio istituzionale, continueremo la nostra missione in mare durante tutto l'inverno, per il secondo anno consecutivo" ha concluso.
Da quando la missione della ong ha preso il via, a fine febbraio, sono più di 23.000 le persone salvate e soccorse a bordo della nave Aquarius. (ANSAmed).