I migranti vengono da circa una decina di Nazioni, e l'Oim ha spiegato che, su 1.631 intervistati, il 44% vuole tornare nel proprio paese d'origine attraverso il programma volontario di ritorno.
L'agenzia delle Nazioni Unite sostiene fortemente le alternative alla detenzione: "Siamo preoccupati per il gran numero di migranti detenuti", ha spiegato Othman Belbeisi, capo della missione Oim in Libia, affermando che i centri sono sovraccarichi e non rispettano gli standard internazionali minimi in materia di diritti umani. "Siamo pronti a fornire il supporto necessario alle autorità libiche per alternative alla detenzione - ha proseguito - soprattutto per i più vulnerabili come donne in gravidanza e bambini". Dopo settimane di conflitti nella Libia occidentale, le agenzie dell'Onu hanno lavorato 24 ore su 24 per soddisfare le esigenze urgenti di oltre 14.000 rifugiati e migranti detenuti in numerose località della città costiera di Sabratha, circa 80 chilometri a ovest di Tripoli. Lo ha detto un portavoce di Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Rifugiati e immigrati sono stati portati in un hangar nella zona di Dahman - ha spiegato - diventato un punto di raccolta sin dall'inizio della crisi". Dall'hangar di Sabratha, punto di partenza principale per le navi dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo verso l'Europa, vengono trasferiti in centri di detenzione ufficiali per l'assistenza umanitaria da parte delle autorità libiche.
Secondo queste ultime altri 6.000 migranti e rifugiati sono prigionieri dei trafficanti, e se verrà confermato, il numero totale dei detenuti arriverebbe a 20.500.
I membri di Unhcr hanno descritto immagini di "sofferenza e abusi umani su una scala scioccante". Molte delle persone salvate sono visibilmente traumatizzate, la maggior parte dice di aver subito numerosi abusi, anche sessuali, violenze di genere e sfruttamento sessuale. Inoltre, ci sono "un numero preoccupante di bambini non accompagnati, molti con meno di sei anni". "La devastazione di Sabratha - afferma Unhcr - riafferma ulteriormente la necessità di un'azione internazionale".
(ANSAmed).