(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 8 APR - In quella che ormai si profila
come una battaglia per Tripoli, le forze del generale Khalifa
Haftar hanno lanciato per la prima volta raid aerei e sparato
missili grad per contrastare una controffensiva della coalizione
di milizie che difendono la capitale e il governo di Fayez
al-Sarraj. Il premier ha dovuto incassare poi una sinistra
notizia: gli Usa, suoi sponsor politici, hanno ritirato un
contingente militare a causa dell'inasprirsi di un conflitto che
ha ignorato una tregua umanitaria chiesta per la prima volta
dall'Onu.
La tensione é altissima: l'Esercito nazionale libico (Lna) di
cui Haftar é comandante generale ha annunciato che aerei da
caccia hanno compiuto incursioni alla periferia di Tripoli
colpendo con "grande precisione" in una rappresaglia ai raid
avviati fa dalle milizie filo-Sarraj tre giorni fa, poche ore
dopo l'annuncio dell'attacco da parte dell'uomo forte della
Cirenaica, e proseguiti con quattro sortite. Haftar ha
contribuito ad un'escalation del conflitto usando per la prima
volta missili "Grad" lanciati da Garian, la città che controlla
80 km a sud del centro di Tripoli: alcuni di questi razzi sono
caduti a Wadi el Rabie, a 20 km in linea d'aria dalla
centralissima Piazza dei Martiri, e avrebbero ucciso una donna
che aveva appena partorito. La prospettiva di un conflitto
prolungato e diverse informazioni preoccupanti per la
popolazione come la presenza di incursori di Lna a Bab
al-Azizia, una zona a 8 km dal centro, ha fatto scattare nei
negozi una corsa - senza panico ma reale - all'accaparramento di
generi di prima necessità.
Sarraj, che si è dichiarato "pugnalato alle spalle" da
Haftar, ha intanto protestato con l'Eliseo accusandolo di dare
sostegno al rivale, affermazione ridimensionata dal Quai
d'Orsay. Con una mossa che potrebbe significare la decisiva
revoca dell'inespresso veto americano a una qualsiasi conquista
di Tripoli, l'Africom ha annunciato di aver "temporaneamente
evacuato" dalla Libia un imprecisato "contingente di forze Usa"
a causa dell'"aumentata" instabilità nel Paese dove erano stati
dislocati per combattere al-Qaida e l'Isis (soprattutto con
droni) e per proteggere edifici diplomatici.
A causarla é anche la controffensiva annunciata e subito
attuata dalle milizie filo-Sarraj con un nome in codice
("Vulcano di rabbia") altisonante quanto quello dato da Haftar
alla sua operazione ("Diluvio di dignità"). Anche se
controverso, lo schieramento a difesa del premier ha sostenuto
di avere il controllo dello strategico aeroporto internazionale,
chiuso dal 2014 ma con piste che fanno gola ad Haftar per farci
atterrare rifornimenti. Per almeno due terzi tra le file del
generale sono i caduti del più recente bollettino ufficiale del
conflitto: 21 morti e 27 feriti tra cui 4 civili. Inoltre gli
annunci di prese di prigionieri (nelle ultime ore altri 70, dopo
i 128 dei giorni scorsi), sono tutti di militari di Haftar, che
ha perso altri nove veicoli (dopo i 40 segnalati venerdì).
Entrambi gli schieramenti si dichiarano forti e hanno
ignorato una tregua umanitaria di sole due ore chiesta nel
pomeriggio dall'Onu per spostare feriti da quattro zone in cui
si combatte.(ANSAmed).