Lo scrive l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un aggiornamento flash sulla situazione nei dintorni della capitale, sottolineando che, "come diretta conseguenza del conflitto armato, la situazione umanitaria continua a peggiorare". L'Ocha ha inoltre precisato che 3.600 rifugiati e migranti rinchiusi nei centri di detenzione sono esposti al rischio di conflitto. Il numero delle vittime a Tripoli, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Libia, intanto è salito a 264, 1.266 i feriti.
Le forze del governo di accordo nazionale libico controllano l'intera area che da Wadi Al Rabie va ad Azizia. Lo ha annunciato in una conferenza stampa proprio da Azizia, a circa 50 km a sud di Tripoli, il portavoce del ministero dell'Interno del governo riconosciuto dalla comunità internazionale di Tripoli, Abdul Hafez El Mabrouk, come riportato dalla pagina facebook del dicastero. La sospensione di qualsiasi collaborazione con la Francia è un chiaro messaggio per il portavoce del fatto che ''la sovranità dello stato libico è al di sopra di tutti gli interessi e considerazioni, e non è negoziabile né oggetto di discussioni'' ha detto ancora El Mabrouk elogiando il ruolo svolto dalle autorità tunisine nell'evitare di far del proprio territorio un luogo di incitamento di conflitti o offensive e sottolineando le profonde relazioni fraterne tra i due paesi e l'importante ruolo della Repubblica tunisina nel sostenere il raggiungimento della stabilità in Libia. El Mabrouk ha spiegato inoltre che l'assalto di Haftar alla capitale rappresenta un ''piano criminale'' che vede impegnate non solo le milizie di Haftar, ma anche cellule dormienti nella capitale Tripoli, nel tentativo di diffondere il caos e indebolire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, cercando di inviare messaggi in Libia e all'estero sulla mancanza di sicurezza nella capitale. Il portavoce ha anche confermato, con l'emanazione del decreto 850/19 l'istituzione di un comitato per la gestione della crisi con il compito di coordinare la risposta all'emergenza degli sfollati dalle aree di conflitto, al fine di salvare vite umane e proteggere proprietà pubbliche e private. (ANSAmed)