La conversazione di Trump con Haftar è avvenuta dopo che il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi ha incontrato il presidente americano il 9 aprile scorso alla Casa Bianca, sollecitandolo a sostenere il generale libico. Il tycoon ha parlato anche con il principe di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed Al Nahyan, un sostenitore di Haftar, il giorno prima che la Casa Bianca diffondesse lo scarno comunicato sulla telefonata. Il resoconto si limitava a dire che Trump aveva discusso "degli sforzi anti-terrorismo in corso" e "riconosciuto il ruolo del feldmaresciallo Haftar nel combattere il terrorismo e nel garantire la sicurezza delle risorse petrolifere libiche". Ma il riconoscimento sarebbe andato ben oltre, minando il già debole governo del premier Fayez Al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, e anche lo stesso Pompeo. Pochi giorni prima il capo della diplomazia americana aveva infatti dichiarato che gli Usa si opponevano all'offensiva militare di Haftar, ammonendo il generale libico a fermare le operazioni. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capo del Pentagono ad interim Patrick Shanahan.
Inizialmente gli Usa avevano sostenuto una risoluzione britannica al Consiglio di sicurezza dell'Onu per chiedere lo stop dell'assalto da parte di Haftar, ma poi hanno cambiato posizione e da allora domina lo stallo. L'Ue è riuscita ad approvare un appello in questa direzione ma non ha nominato Haftar dopo che la Francia ed altri Paesi si erano opposti.
Troppi gli interessi in gioco e le alleanze trasversali, sullo sfondo della contrapposizione tra i filo islamisti di Tripoli e Misurata e i loro avversari, ma anche della lotta per il controllo di un Paese strategico sul piano geo-politico ed energetico: Haftar, che tra l'altro è cittadino Usa, è sostenuto da Russia, Francia, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
Sarraj da Italia, Turchia e Qatar, oltre che dall'Onu.
L'unico che ha lanciato un monito a Trump è stato un suo fedelissimo, il senatore Lindsey Graham: "Haftar non può conquistare e tenere Tripoli, ci sarebbe un'altra Siria".(ANSAmed).