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Libia: portavoce Haftar, ospedale Misurata non è casus belli

'Nessuna minaccia' ma l'Italia dovrebbe andarsene

29 aprile, 12:57

(ANSAmed) - IL CAIRO, 29 APR - Anche se resta l'esortazione a ritirare il contingente italiano che opera nell'ospedale da campo a Misurata, il portavoce del generale Khalifa Haftar ha sottolineato che l'indicazione non è una "minaccia" e il caso non rende l'Italia affatto "nemica" dell'Esercito nazionale libico (Lna).

"La mia intervista al Corriere della Sera è stata male interpretata e molti hanno pensato che stessimo dicendo che l'Italia dovrebbe andarsene altrimenti sarà considerata un nemico. Ma io non ho mai detto questo", ha dichiarato sabato sera all'ANSA il portavoce dello Lna, il Maggior generale Ahmed al-Mismari, riferendosi ai commenti politici seguiti a proprie dichiarazioni pubblicate dal quotidiano e in cui aveva affermato che "occorre che l'Italia ritiri al più presto il suo ospedale militare da Misurata".

"Il messaggio era che se l'Italia ha veramente buone intenzioni nei confronti dei libici dovrebbe lasciare Misurata, dato che l'ospedale sta appoggiando le milizie e non presta aiuto umanitario", ha confermato al-Mismari riferendosi implicitamente alle forze che sostengono il Governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj.

Ma, ha sottolineato, "non abbiamo posto alcuna condizione o detto cosa accadrebbe se l'Italia non se ne andasse". Tutto ciò, ha aggiunto al-Mismari riferendosi ai "fraintendimenti" creati dall'intervista, ha creato "disagio politico e molti l'hanno presa come una minaccia ma non è così".(ANSAmed).

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