In un comunicato pubblicato la settimana scorsa, l'Unhcr aveva già denunciato che il centro "ha una capacità di circa 600 persone ma al momento ne ospita quasi il doppio": la situazione "è insostenibile" e il Gdf "non funziona più da struttura di transito".
"La nostra speranza è che il Gdf possa ritornare al suo scopo originario" ossia "di transito per persone già selezionate" per "soluzioni fuori della Libia" a causa di loro "specifiche vulnerabilità", ha detto Gluck riferendosi al centro.
La struttura è sotto la giurisdizione del Ministero dell'Interno libico, come ricordato dal comunicato che annunciava come l'Unhcr stia "valutando nuovamente" quale "ruolo" attribuire al Gdf.
Il centro, "nel quale le persone sono libere" di uscire in qualsiasi momento, "era stato aperto un anno fa", il 4 dicembre 2018, ha ricordato Gluck. "Manterremo i servizi di base" ma "stiamo cercando soluzioni e incoraggiamo i più recenti arrivati ad accettare l'aiuto che possiamo fornire fuori" nel "Community Day Centre" (Cdc), il Centro di assistenza diurna situato nel distretto di Gurji.
"Questa settimana circa 50 degli 'arrivi informali' al Gdf hanno concordato di partire e prendere il nostro pacchetto di assistenza urbana" fatto di "denaro, assistenza medica", generi di prima necessità e "appuntamenti con il nostro staff per discutere bisogni di protezione e soluzioni", ha riferito ancora la portavoce.
Comunque, ha aggiunto, anche "se la gente esce" ciò "non esclude la possibilità che possano essere selezionati per soluzioni future: ad esempio quattro persone che avevano accettato il pacchetto, nelle ultime settimane poi sono stati selezionati per l'evacuazione umanitaria".
Per l'anno prossimo l'Unhcr in Libia ha ricevuto disponibilità ad accogliere via re-insediamento e altre vie sicure solo 2.390 rifugiati, inclusi quelli via Niger e Ruanda: una cifra "chiaramente insufficiente", ha detto all'ANSA Carlotta Sami, portavoce regionale Unhcr per il sud Europa.
Inoltre "solo l'Italia accoglie migranti e richiedenti asilo direttamente dalla Libia: servono più canali sicuri, è evidente", ha aggiunto.(ANSAmed).