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Libia, Onu: 'Emergenza umanitaria Tripoli e Tarhuna'

Nuova richiesta tregua umanitaria per Ramadan e coronavirus

21 aprile, 12:28

TUNISI - "La Missione di sostegno dell'Onu in Libia (Unsmil) è estremamente preoccupata per il deterioramento della situazione umanitaria a Tripoli e dintorni a causa dell'intensificarsi dei combattimenti degli ultimi giorni". Lo scrive in una nota l'Unsmil sul proprio sito, chiedendo "una tregua umanitaria per consentire ai libici di prepararsi per il mese santo del Ramadan in pace e le autorità di fornire i servizi urgentemente necessari, curare i feriti e affrontare la crescente minaccia del Covid-19".

La missione Onu precisa che "almeno 28 civili sono stati feriti e cinque uccisi, tra cui donne e bambini, a causa del drammatico aumento di bombardamenti indiscriminati su aree popolate da civili, tra cui Ain Zara, Al-Swani, Tareeq al Shook, Souq Al-Juma, Al-Krimya, Al-Furnaj e Arada. Questi attacchi hanno anche provocato nuovi spostamenti e danni a proprietà e infrastrutture civili. Il 17 aprile, anche il Royal Hospital di Tripoli è stato colpito, causando gravi danni all'unità di terapia intensiva e l'evacuazione del personale e dei pazienti".

Preoccupa l'Unsmil anche il "deterioramento della situazione umanitaria a Tarhouna, a causa dell'escalation militare dentro e intorno alla città, con conseguente spostamento di nuovi civili La terribile situazione umanitaria è ulteriormente aggravata dai continui tagli all'elettricità, in quella che è un'apparente punizione collettiva della popolazione della città, in rappresaglia contro l'interruzione della fornitura di gas alla centrale di Khoms e Misurata. La Missione invita tutte le parti interessate a porre immediatamente fine al taglio dell'elettricità e ripristinare immediatamente il flusso di gas.

L'Unsmil è anche preoccupato per i segnalati arresti arbitrari di civili e maltrattamenti di civili e combattenti a Tarhouna". "L'Unsmil ricorda a tutte le parti in conflitto che gli attacchi indiscriminati, nonché il bersagliamento di ospedali e altre strutture mediche e il taglio intenzionale di elettricità, carburante, acqua o cibo sono violazioni del diritto internazionale umanitario e potrebbero, a seconda delle circostanze, ammontare ai crimini di guerra. Gli attacchi che danneggiano o influenzano in altro modo il regolare funzionamento delle strutture sanitarie sono ancora più deplorevoli nel contesto della pandemia di Covid-19, dato che il sistema sanitario del paese è già troppo impegnato e con risorse insufficienti".

"In un momento in cui i musulmani di tutto il mondo si preparano a ricevere e celebrare il mese sacro del Ramadan, - scrive ancora l'Unsmil - i libici vivono in un costante stato di paura mentre gli attacchi contro i civili, con piena impunità, aumentano di giorno in giorno e diventano più flagranti e diversificati. Questa guerra insensata e protratta deve cessare immediatamente".

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