"Siamo fortemente contrari al coinvolgimento militare straniero, incluso l'uso di mercenari e contractor privati, da parte di tutti. I continui sforzi delle potenze straniere per sfruttare il conflitto, ad esempio stabilendo una presenza militare duratura o esercitando il controllo sulle risorse che appartengono al popolo libico, rappresentano gravi minacce per la stabilità regionale e il commercio globale", prosegue O'Brien. "Inoltre, questi sforzi minano gli interessi di sicurezza collettiva degli Stati Uniti e dei nostri alleati e partner nella regione del Mediterraneo e l'escalation inasprirà e prolungherà solamente il conflitto", aggiunge O' Brien.
"Nelle scorse settimane, il presidente Trump ha parlato con diversi leader mondiali della Libia ed è chiaro che non ci sono parti vincenti", ricorda: "I libici possono vincere solo se si uniscono per rivendicare la loro sovranità e ricostruire un Paese unificato. Come attore attivo, ma neutrale, gli Stati Uniti stanno perseguendo un impegno diplomatico a 360 gradi con i libici e le parti interessate esterne in tutto il conflitto per trovare una soluzione che supporti la sovranità libica e protegga gli interessi condivisi degli Stati Uniti, dei nostri alleati e partner. A tal fine, chiediamo a tutte le parti - sia quelle responsabili dell'attuale escalation sia quelle che sono al lavoro per farla terminare - di consentire alla Compagnia petrolifera libica (Noc) di riprendere il suo lavoro vitale, in piena trasparenza, e di implementare una soluzione smilitarizzata per Sirte e al-Jufra, di rispettare l'embargo sulle armi delle Nazioni Unite e di finalizzare un cessate il fuoco nell'ambito dei colloqui militari condotti dalle Nazioni Unite 5 + 5", conclude O'Brien. (ANSAmed).