Cerimonia d'apertura a La Valletta della presidenza di turno dell'Unione europea
(dell'inviata Chiara De Felice)
LA VALLETTA - Il Paese più piccolo d'Europa assume la presidenza di turno dell'Unione europea e si dà come priorità trovare una soluzione al problema più grande, ovvero l'immigrazione. Malta, assieme all'Italia, è fin dall'inizio del fenomeno migratorio il Paese in prima linea nell'emergenza, costretto ad affrontare le continue tragedie nel mare del flusso 'di passaggio' che in realtà punta alle coste italiane e non a quelle maltesi. Per questo è determinato a far progredire in Europa un dossier che al momento è bloccato dai veti incrociati del gruppo di Visegrad che vuole una soluzione diversa dalla redistribuzione dei migranti.
Il premier Joseph Muscat ha quindi deciso di cambiare strategia. La parola 'solidarietà' è diventata troppo divisiva, e continuare ad usarla non porta da nessuna parte. Anche perché la solidarietà non si può imporre, come molti leader europei sottolineavano già nei mesi scorsi. L'emergenza per i Paesi non in prima linea è invece certamente la sicurezza, e per questo il Governo maltese vuole affrontare questo aspetto, anch'esso spesso legato ai migranti. "Prima di un accordo sulla condivisione di responsabilità serve un accordo sulla sicurezza dei confini, perché dobbiamo essere sicuri che chi entra abbia diritto di asilo e chi non ce l'ha sia trattato in modo diverso, e questo in Ue adesso non c'è", ha detto Muscat al termine dell'incontro con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, presente con tutti i commissari per coordinare il proprio lavoro con quello della nuova presidenza alla sua prima esperienza, visto che Malta è entrata in Ue nel 2004. Muscat ha spiegato che per avere solidarietà bisogna capirsi, e quindi bisogna comprendere anche il punto di vista di quei Paesi che sono contrari alla redistribuzione dei migranti. "Per fare progressi - ha spiegato Muscat - prima bisogna che tutti garantiscano la sicurezza dei confini. E' il primo passo, che poi spero sia seguito da passi su solidarietà e condivisione degli oneri".
Juncker ha dato pieno appoggio al maltese, ribadendo la dimensione europea del problema che ha quindi bisogno "di una risposta europea, basata sul principio di solidarietà". Ma, come concepita adesso, la solidarietà procede a rilento: basti pensare che è stato rilocato solo il 7% della quota italiana e l'11% di quella greca. Per Juncker, oltre al rafforzamento delle frontiere, bisogna rafforzare la presenza europea nel Mediterraneo, ed avviare un dialogo con la Libia e gli altri Paesi del Nord Africa. Nelle prossime settimane arriverà poi la nuova proposta di riforma del sistema comune di asilo (regolamento di Dublino). E oggi il commissario all'immigrazione Dimitris Avramopoulos sarà a Roma dove incontrerà il ministro degli Esteri Angelino Alfano.
