Oim e Unhcr, in un appello lanciato alla vigilia del vertice della Valletta, sostengono che bisogna migliorare le condizioni dei campi migranti in Libia e creare corridoi umanitari sicuri, ma la situazione della sicurezza è tale che è ancora "inappropriato pensare a hotspot Ue", per la valuzione delle richieste di asilo, in quel Paese. E' necessario, dicono, "andare verso la creazione di appropriati servizi ricettivi in Libia", che non siano centri di detenzione e dove il governo libico possa "registrare i nuovi arrivi, sostenere il ritorno volontario, processare le richieste di asilo e offrire soluzioni ai rifugiati". Questo "dovrebbe comprendere una significativa espansione di percorsi sicuri" per i ricollocamenti e le ammissioni umanitarie. Servono inoltre, fanno appello Unhcr e Oim. "azioni decisive per far fronte alla tragica perdita di vite umane nella rotta del Mediterraneo centrale e alle deplorevoli condizioni dei migranti e rifugiati in Libia".
Amnesty International sottolinea che chiudere i confini marittimi dell'Ue verso sud "metterebbe migliaia di rifugiati e migranti in partenza dalla Libia a rischio di detenzione e abusi". "La proposta di ritirare le operazioni navali europee dalle attività di soccorso per incoraggiare la guardia costiera libica a occuparsene è un piano velato per impedire a migranti e rifugiati di raggiungere l'Europa - afferma Iverna McGowan, direttore dell'ufficio a Bruxelles di Amnesty -. Intrappolerà decine di migliaia di persone in un Paese devastato dal conflitto e li esporrà al rischio di tortura e sfruttamento.
Questo piano è solo l'ultimo indizio della volontà dei leader europei di voltare le spalle ai rifugiati" Anche Oxfam chiede che "la Libia non diventi il gendarme d'Europa" e sottolinea che "la discussione sulle proposte di cooperazione con la Libia devono mettere al centro la necessità di migliorare le condizioni di vita in quel territorio e la necessità di proteggere i migranti - non quella di bloccare il loro arrivo in Europa". (ANSAmed).