"Ho ripetuto ai colleghi - ha proseguito, sempre con riferimento all'accordo - che dobbiamo essere tutti consapevoli che si tratta di una primo passo. Il governo libico riconosciuto a livello internazionale non ha lo stesso controllo di Erdogan" e dunque non ci si può aspettare che all'improvviso la situazione cambi". Inoltre, "naturalmente speriamo che si abbiano risultati ma - ha ribadito - miracoli non se ne fanno.
Una migliore gestione e regolazione dei migranti illegali è l'obiettivo per il quale stiamo lavorando, e non solo con l'accordo con la Libia".
"Ho ben presenti le preoccupazioni umanitarie. Noi siamo convinti - ha detto ancora Gentiloni - che le decisioni prese, gli stanziamenti, l'intesa bilaterale con la Libia abbiano l'obiettivo opposto, non a caso le operazioni che l'Ue ha delineato sono state ampiamente discusse con l'Oim e l'Unhcr, che vedono con favore investimenti e presenze per rendere la presenza dei rifugiati più civile umana e organizzata".
Quanto alla lentezza con cui procedono i 'ricollocamenti' dei migranti dall'Italia ad altri Paesi Ue, "continuiamo a pretendere che le decisioni prese sul fronte della 'relocation' vengano attuate, e a lamentare che lo siano in modo molto relativo", e non siano oggetto "di alcuna sanzione formale".
Il primo ministro ha parlato di disaccordi anche per quanto riguarda la modifica dell'accordo di Dublino: "noi pensiamo che vada cambiato in una direzione, altri in un'altra. Siamo in una situazione di tensione diplomatica".
Gentiloni ha espresso inoltre soddisfazione per il fatto che quanto si è realizzato sul tema migrazioni provenga da una "iniziativa italiana". (ANSAmed).