"Gli sforzi dell'Ue per fermare i barconi provenienti dalla Libia, che siano motivati da un freddo calcolo politico o da una reale volontà di salvare vite umane, si riducono a una esternalizzazione della responsabilità a una delle autorità (il governo sostenuto dall'Onu del premier Fayez al Sarraj, ndr) in un Paese spaccato da conflitti, dove i migranti sono spesso vittime di violenze orribili", scrive Judith Sunderland, direttore associato per Europa e Asia centrale di Hrw. "Quella che l'Ue vuole chiamare 'linea di protezione' potrebbe trasformarsi in una linea di crudeltà sempre più profonda, nella sabbia come in mare", si legge ancora nella nota dell'Ong umanitaria, che ricorda come il Paese ospite del summit, Malta, presidente di turno dell'Ue, intenda proporre alla Libia come modello l'accordo Ue con la Turchia, mentre l'Austria sostiene l'opzione "all'australiana", cioè "zone di raccolta dei migranti offshore": due modelli che mostrano "prove evidenti di gravi violazioni dei diritti umani". "La possibilità che l'Ue consideri seriamente di rinviare migranti in Libia - scrive infine Hrw - è quella che desta maggiori preoccupazioni".
(ANSA).