A chiederlo alle autorità maltesi è Greta, l'organo anti-tratta del Consiglio d'Europa, nel suo ultimo rapporto sul Paese. Nonostante rilevi che un certo numero delle raccomandazioni rivolte a Malta nel 2012 siano state messe in atto, Greta esprime anche preoccupazione per il fatto che altre restano disattese.
In particolare Malta è chiamata ad "assicurare che la procedura di identificazione e rinvio all'assistenza dei minori vittime di tratta prenda in considerazione i loro bisogni specifici" e che "i reati commessi contro i minori, qualsiasi siano i mezzi usati, sia considerata un'aggravante".
Inoltre Greta "è anche preoccupata che la legge che regola il periodo di recupero e riflessione che deve essere accordato ale vittime di tratta non sia stata cambiata".
L'organismo di Strasburgo chiede quindi "ancora una volta" alle autorità maltesi di garantire per legge che il periodo di recupero e riflessione sia al minimo di 30 giorni; che la necessità di collaborare con le autorità non sia una condizione necessaria o che il periodo sia interrotto sulla base del fatto che le vittime, o presunte tali, abbiano attivamente, volontariamente e di loro iniziativa rinnovato i contatti con gli accusati dei reati contro di loro.
Infine Greta "richiama ancora una volta le autorità a garantire che tutti i casi di tratta siano indagati, processati e giudicati celermente e efficacemente". (ANSAmed)