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"Siamo ancora bloccati in mare in un nuovo limbo politico, nell'indifferenza dell'Europa che sembra non voler interrompere la sua feroce politica anti-migrazione". E' quanto afferma la Ong Sea Watch che sabato scorso ha salvato al largo della Libia 32 migranti e da 6 giorni vaga nel Mediterraneo centrale in attesa di un porto per lo sbarco.
Secondo la Ong 5 paesi europei hanno negato l'approdo: oltre a Malta e all'Italia, anche la Spagna, l'Olanda e la Germania.
Paese, quest'ultimo, al quale la Ong si era rivolta nei giorni scorsi non solo perché la nave batte bandiera tedesca, ma perché oltre 30 città e diversi stati federali hanno fatto sapere di esser disposti ad accogliere i migranti, tra cui 4 donne, 4 minori non accompagnati e 3 bambini. "Ci viene negato, ormai da oltre sei giorni, un porto sicuro. A bordo siamo attrezzati ma l'inverno nel Mediterraneo colpisce persone già indebolite - afferma Phillip Hahn, capo missione di Sea Watch - L'Europa deve assumersi le proprie responsabilità ora, e la Germania dovrebbe dare il buon esempio".
"A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto Onu che riporta 'orrori indicibili in Libia', i governi europei continuano imperterriti a sostenere un sistema che prevede il rientro forzato proprio in Libia delle persone soccorse - aggiunge la portavoce di Sea Watch in Italia Giorgia Linardi -.
A Natale spicca in maniera ancora più forte la lucida mancanza di umanità degli stati membri. Noi proteggiamo le persone, i nostri governi cosa proteggono?".