In un certo senso, Mohammed VI - peraltro come sua consuetudine - nel suo annuncio ha anche ''ingabbiato'' l'azione pubblica che dovrà portare i risultati sperati, che - ha detto nel discorso riferito dalla Map - dovrà muoversi entro confini ben precisi che sono quelli del rafforzamento delle infrastrutture e dei servizi di base. Cose che dovranno portare ad un visibile miglioramento della vita della popolazione, interagendo con correlati programmi per lo sviluppo demografico ed urbano.
Tendenzialmente gli interventi si divideranno in due distinti filoni: il primo riguarda le opere infrastrutturali, quali la rete viaria (con, ad esempio, l'allargamento di arterie già in esercizio); il secondo è relativo a quelle opere ''minime'', ma essenziali per migliorare il tenore di vita della gente, quali possono essere le ormai non più rinviabili migliorie sulle reti di acqua potabile e fognaria.
Il traguardo di questo piano è scontato: aumentare la competitività nelle città interessate per farne un polo di attrazione per gli investimenti. Il piano prevede anche alcune opere mirate, come, ad esempio, il completamento delle aree industriali esistenti e la creazione di un centro per l'artigianato.
Ma il ventaglio di interventi è assai ampio e riguarda anche i settori della sanità (con la costruzione di un ospedale regionale e il miglioramento delle strutture di quello di Saniat R'mel), dell'industria e del commercio (come la realizzazione di un mercato all'ingrosso di pesce) ed anche dell'ambiente (con nuove aree protette e discariche controllate). (ANSAmed).