Carlo Calenda lo ha sottolineato più volte: la strategia su un numero ridotto di Paesi, "sei o sette", su cui le imprese italiane devono oggi prioritariamente puntare deve essere "di lunga durata"; così in Marocco ha incontrato il primo ministro, i ministri dell'Agricoltura (intervenuto al forum), delle Infrastrutture e dell'Energia, ed il viceministro del Commercio estero, e con il governo marocchino ha definito "più action plan dettagliati, mirati, settore per settore". Diciotto mesi di lavoro saranno una prima fase "per poi fare una verifica, e guardare ancora avanti".
Al governo marocchino Calenda ha indicato le ottime opportunità di partnership tra due sistemi imprenditoriali, basati entrambi sulla piccola e media impresa, e ha chiesto di "proteggere le Pmi che verranno ad investire" per far germogliare in pieno ogni potenziale collaborazione. Il contesto, dopo la riforma Costituzionale del 2011, è oggi di grande apertura e dà piene garanzie agli investitori stranieri, come ha ricordato l'ambasciatore italiano Roberto Natali.
Il braccio operativo è l'agenzia Ice, che "nel 2014 ha già raddoppiato da 10 a 20 le iniziative promozionali in Marocco, e le porterà a 25 o 30 nel 2015": il presidente Riccardo Monti lo ha indicato spiegando che intanto con la missione a Casablanca è iniziato il lavoro "con i settori dell'automotive che in Marocco rappresenta una storia di successo unica al mondo; dell'agroalimentare, il 15% del Pil; delle costruzioni per cogliere le occasioni di un boom immobiliare e di un piano da 800mila nuove unità abitative, e del sistema sanitario che punta a raddoppiare i posti letto".
Gli incontri diretti tra imprenditori italiani e marocchini sono un momento chiave, "traducono il lavoro fatto in immediata concretezza" dice Calenda: a Casablanca sono stati 700 in un pomeriggio; al confronto diretto tra aziende il viceministro vuole dedicare lo stesso impegno messo nel garantire la "presenza politica" nei prossimi 18 mesi e nel confronto tra Governi e istituzioni dei due Paesi. "Siamo al vostro servizio.
Poi raccontatemi come è andata: è uno strumento fondamentale che dobbiamo mettere a punto insieme", ha detto agli imprenditori arrivati dall'Italia.
Accanto alle imprese la Sace, che ha annunciato "200 milioni di nuove operazioni allo studio nel Paese". E c'è la Simest, che ha approvato in Marocco diciotto progetti di partecipazione con investimenti per circa 74 miliardi, oltre a 430 milioni di finanziamenti agevolati per l'export credit per 40 progetti. "Il sostegno finanziario delle banche c'è", garantisce il presidente del comitato per l'internazionalizzazione dell'Abi, Guido Rosa: "Per il Paese c'è un plafond di 900 milioni utilizzato solo per un quarto".(ANSAmed).