Oltre 170mila persone vivono in campi profughi nel deserto algerino: baracche di sabbia, qualche vecchia tenda e niente altro, se non gli aiuti umanitari, che però, ha sottolineato il senatore, "vanno diminuendo". Per tenere i sahrawi fuori dal Sahara Occidentale, spiegano, il Marocco ha costruito un muro lungo 2.700 chilometri, alto 3 metri e imbottito con 5 milioni di mine anti-uomo. I sahrawi lo chiamano il 'muro della vergogna'. La delegazione parlamentare italiana non ha potuto avvicinarsi: questa barriera di separazione può essere osservata e ripresa solo da lontano. Oltre il muro, i sahrawi hanno costituito la Repubblica democratica araba dei sahrawi, solo in parte riconosciuta a livello internazionale, che governa sui territori liberati in passato dal Polisario, il fronte di liberazione popolare sahrawi. "Da 25 anni il mio popolo ha scelto di abbandonare la lotta armata e perseguire le proprie istanze di autodeterminazione seguendo la via politica", ha detto Omar Mih, rappresentante del Polisario in Italia. "Ma l'atteggiamento intransigente del Marocco, che rifiuta all'accesso persino agli inviati delle Nazioni Unite, sta spingendo la regione verso la guerra". Il timore evocato da più voci è che i giovani sahrawi - spesso con un alto livello di scolarizzazione, grazie a precise politiche del governo - possano abbandonare l'opzione diplomatica, finora infruttuosa, finendo per essere reclutati da Isis o altre formazioni estremiste. "Ormai siamo giunti al punto di non ritorno", ha dichiarato Vaccari. "Per questo chiediamo anche al governo italiano e alle istituzioni europee un impegno più determinato di prima al fine di contribuire alla riapertura delle trattative tra sahrawi e governo marocchino". (ANSAmed).
Sahrawi, 'ascoltiamoli, altrimenti lo faranno estremisti'
E' appello parlamentari italiani dopo visita a campi profughi
Oltre 170mila persone vivono in campi profughi nel deserto algerino: baracche di sabbia, qualche vecchia tenda e niente altro, se non gli aiuti umanitari, che però, ha sottolineato il senatore, "vanno diminuendo". Per tenere i sahrawi fuori dal Sahara Occidentale, spiegano, il Marocco ha costruito un muro lungo 2.700 chilometri, alto 3 metri e imbottito con 5 milioni di mine anti-uomo. I sahrawi lo chiamano il 'muro della vergogna'. La delegazione parlamentare italiana non ha potuto avvicinarsi: questa barriera di separazione può essere osservata e ripresa solo da lontano. Oltre il muro, i sahrawi hanno costituito la Repubblica democratica araba dei sahrawi, solo in parte riconosciuta a livello internazionale, che governa sui territori liberati in passato dal Polisario, il fronte di liberazione popolare sahrawi. "Da 25 anni il mio popolo ha scelto di abbandonare la lotta armata e perseguire le proprie istanze di autodeterminazione seguendo la via politica", ha detto Omar Mih, rappresentante del Polisario in Italia. "Ma l'atteggiamento intransigente del Marocco, che rifiuta all'accesso persino agli inviati delle Nazioni Unite, sta spingendo la regione verso la guerra". Il timore evocato da più voci è che i giovani sahrawi - spesso con un alto livello di scolarizzazione, grazie a precise politiche del governo - possano abbandonare l'opzione diplomatica, finora infruttuosa, finendo per essere reclutati da Isis o altre formazioni estremiste. "Ormai siamo giunti al punto di non ritorno", ha dichiarato Vaccari. "Per questo chiediamo anche al governo italiano e alle istituzioni europee un impegno più determinato di prima al fine di contribuire alla riapertura delle trattative tra sahrawi e governo marocchino". (ANSAmed).