(ANSAmed) - RABAT, 19 DIC - Nell'immaginario è già il 'posto del
vento': ma adesso che il parco eolico più grande d'Africa ha
cominciato a funzionare, Tarfaya, il paese di Antoine de
Sant-Exupery, prende davvero il volo.
Piccolo borgo di pescatori, di fronte alle Isole Canarie, la
cittadina nel sud-ovest del Marocco è associata al pilota e
scrittore francese del 'Piccolo principe'. Saint-Exupery nel
1927 fu direttore dell'aeroporto che era la stazione di
collegamento tra Francia e Senegal.
E fu qui che trovò l'ispirazione per il suo racconto più
famoso. L'elica di un biplano dei tempi è lo sgangherato
monumento che il Marocco dedica all'inventore di un sogno. Oggi,
tutt'attorno, 131 pale eoliche, di 81 metri d'altezza,
distribuite su una superficie di 8.900 ettari, sfruttano la
potenza del vento che arriva dal deserto.
Dopo due anni di lavori e la mobilitazione di oltre 700
operai, il parco può garantire una capacità di 301 megawatt,
quanto basta per illuminare una città di un milione e mezzo di
abitanti, come Marrakech. Realizzato da Taraya Energy Project
(Tarac), società di diritto marocchino detenuta in parti uguali
da Nareva Holding, che fa capo alla famiglia reale, e dal gruppo
francese GDF Suez, il progetto ha richiesto un investimento di 5
miliardi di dirham, pari a 450 milioni di euro. Tutti fondi
messi in gioco dalle società realizzatrici.
La capacità di questo parco eolico rappresenta il 15 per cento
di quei 2 gigawatt che il Marocco ha fissato come obiettivo per
lo sviluppo delle rinnovabili, inclusa l'energia solare, entro
il 2020. Fin d'ora l'investimento di Tarfaya evita al Paese
l'emissione in aria di 900 mila tonnellate di CO2 (ANSAmed)