Un enorme passo in avanti per i trasporti del Regno, ma con costi non esattamente condivisi dal crecente fronte degli oppositori, che già avevano mostrato il loro dissenso quando, nel 2011, a dare il via alla fase pratica della realizzazione era stato lo stesso presidente francese Nicolas Sarkozy, per celebrare l'alleanza tra le ferrovie marocchine, l'Oncf, e quelle pubbliche francesi, l'Snfc. Alleanza ora sancita ulteriormente dal varo di una società mista (60 per cento ai marocchini, il resto ai francesi) che ha come oggetto la manutenzione della linea ad alta velocità. Il tutto per un costo complessivo di 175 milioni di euro (pari a un miliardo e 900 milioni di dirham) spalmati su un arco di quindici anni.
Pur se in qualche modo si riconosce l'utilità dell'opera, se ne sottolinea anche, da parte di alcune associazioni non necessariamente ambientaliste, la non indispensabilità. Non è comunque questione di pura semantica, ma di sostanza. Omar Balafrej, componente di una delle associazioni che avversano l'alta velocità, in una intervista a Le Monde, ha parlato di un progetto ''non prioritario per il Marocco'', portando a sostegno della sua posizione alcuni numeri. 25 miliardi di dirham - questo costo a regime previsto dell'opera - sono equivalenti alla costruzione di 25.000 scuole rurali; di 16.000 biblioteche; di 10.000 mediateche; di 25 policlinici, citando, per quest'ultimo caso, la grande città di Agadir che non ha un centro universitario ospedaliero.
(ANSAmed).