(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 13 APR - Sotto una forte pressione
delle potenze Occidentali ma anche di nuovi attentati dell'Isis
contro ambasciate-simbolo a Tripoli, riparte questa settimana il
negoziato Onu per dare alla Libia un cessate il fuoco e un
governo di unità nazionale. L'appuntamento è fissato per
mercoledì in Marocco ma già nelle ultime ore è iniziato ad
Algeri un incontro di due giorni fra esponenti politici libici.
In un comunicato congiunto dei loro ministri degli Esteri,
Italia, Francia, Usa, Germania, Gb e Spagna hanno accolto "con
favore" la ripresa del dialogo libico: "Esortiamo fortemente
tutte le parti - hanno affermato i sei Paesi - ad utilizzare
questa opportunità per finalizzare accordi sulla formazione di
un governo di Unità Nazionale e per un cessate il fuoco
incondizionato". Con un implicito riferimento alle operazioni
delle forze di Tobruk a ovest di Tripoli, un appello è stato
lanciato anche "affinché cessino immediatamente gli attacchi
aerei e le offensive di terra", dato che "tali provocazioni
minano i colloqui" Onu e chi li compie potrebbe essere colpito
da sanzioni. Sempre senza fare espliciti riferimenti, la nota
congiunta ricorda che in Libia c'è chi gioca allo sfascio:
"Ulteriori ritardi nel raggiungimento di un accordo politico"
potrebbero "incoraggiare coloro i quali intendono trarre
profitto dalla prosecuzione del conflitto".
Ad avvantaggiarsi della spaccatura della Libia fra il governo di Tobruk riconosciuto internazionalmente e quello filo-islamico di Tripoli sono chiaramente i trafficanti di essere umani e i jihadisti affiliati all'Isis che hanno rivendicato due attentati con obiettivi altamente simbolici, anche se abbandonati da mesi come altre rappresentanze diplomatiche nella capitale libica.
Una bomba (o un colpo di Rpg a seconda delle fonti) è esploso senza causare vittime nella prima mattinata davanti al cancello della residenza dell'ambasciatore del Marocco, paese dove dal mese scorso si sono sposati i negoziati avviati a Ginevra in gennaio. Domenica un commando aveva sparato anche contro la sede diplomatica della Corea del Sud, la patria del segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, che ha condannato "fermamente" l'attentato. Due le guardie uccise.
In Algeria, la cui ambasciata fu colpita in gennaio da una bomba che ferì due guardie e un passante, per la prima volta leader politici si incontrano "per discutere una bozza di accordo", ha segnalato Bernardino Leon, l'inviato speciale dell'Onu per la Libia e mediatore dei negoziati.
Media libici e fonti informate sottolineano l'importanza del lavoro di "lobby" che gli esponenti politici, già riunitisi ad Algeri il mese scorso nell'ambito di uno dei vari "track" (processi paralleli) in corso nell'ambito del "dialogo" inter-libico, possono svolgere sulle rispettive controparti istituzionali impegnate nel round che inizia mercoledì a Skhirat, nei pressi di Rabat in Marocco. Fra l'altro si è in attesa di un pronunciamento della "Camera dei rappresentanti", il parlamento di Tobruk, sulla proposta Onu per un governo di unità nazionale. (ANSAmed).
Ad avvantaggiarsi della spaccatura della Libia fra il governo di Tobruk riconosciuto internazionalmente e quello filo-islamico di Tripoli sono chiaramente i trafficanti di essere umani e i jihadisti affiliati all'Isis che hanno rivendicato due attentati con obiettivi altamente simbolici, anche se abbandonati da mesi come altre rappresentanze diplomatiche nella capitale libica.
Una bomba (o un colpo di Rpg a seconda delle fonti) è esploso senza causare vittime nella prima mattinata davanti al cancello della residenza dell'ambasciatore del Marocco, paese dove dal mese scorso si sono sposati i negoziati avviati a Ginevra in gennaio. Domenica un commando aveva sparato anche contro la sede diplomatica della Corea del Sud, la patria del segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, che ha condannato "fermamente" l'attentato. Due le guardie uccise.
In Algeria, la cui ambasciata fu colpita in gennaio da una bomba che ferì due guardie e un passante, per la prima volta leader politici si incontrano "per discutere una bozza di accordo", ha segnalato Bernardino Leon, l'inviato speciale dell'Onu per la Libia e mediatore dei negoziati.
Media libici e fonti informate sottolineano l'importanza del lavoro di "lobby" che gli esponenti politici, già riunitisi ad Algeri il mese scorso nell'ambito di uno dei vari "track" (processi paralleli) in corso nell'ambito del "dialogo" inter-libico, possono svolgere sulle rispettive controparti istituzionali impegnate nel round che inizia mercoledì a Skhirat, nei pressi di Rabat in Marocco. Fra l'altro si è in attesa di un pronunciamento della "Camera dei rappresentanti", il parlamento di Tobruk, sulla proposta Onu per un governo di unità nazionale. (ANSAmed).
