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Marocco: salafiti chiedono chiudere pagina attentati 2003

Sollecitata scarcerazione ultimi detenuti per massacro

18 maggio, 14:17

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 18 MAG - I salafiti marocchini ritengono che sia giunto il tempo di chiudere la dolorosa pagina aperta con le stragi di Casablanca del 16 maggio del 2003 e, per questo, chiedono che vengano liberati gli ultimi loro confratelli ancora detenuti per gli attentati. Una richiesta che però non è stata gradita da tutte le componenti della società marocchina che non ha dimenticato - come potrebbe altrimenti? - quegli attentati suicidi che furono messi a segno contro strutture turistiche (un albergo e quattro ristoranti) uccidendo 45 persone, tra le quali anche un italiano. Un evento che sconvolse il Regno che, sino ad allora, anche per avere sempre promosso l'Islam più tollerante e dialogante, riteneva di avere creato le condizioni per una convivenza senza contrasti. Oggi, a distanza di dodici anni da quegli eventi, seppure il trascorrere del tempo ha appena lenito le ferite, per i salafiti è giunto il momento di riconsiderare quanto accaduto, ma soprattutto di rivedere la risposta durissima che lo Stato diede agli attentati, con condanne a morte o a lunghissime pene detentive che colpirono uomini quasi tutti provenienti dal quartiere di Sidi Moumen, nella banlieue di Casablanca. Una risposta immediata e che fu accolta con favore dalla comunità nazionale, che lesse quegli eventi come un tentativo di ribaltare secoli di pacifico vivere insieme.

In occasione del dodicesimo anniversario degli attentati, i salafiti marocchini sono scesi in piazza con manifestazioni pacifiche anche davanti a luoghi istituzionali, con la precisa richiesta di rimuovere gli ostacoli al ritorno in libertà dei detenuti. Non si tratta di una richiesta inattesa perchè 91 detenuti per i fatti di Casablanca sono stati già scarcerati in virtù della concessione della grazia da parte del re Mohamed VI e dopo negoziati tra Stato e islamisti, partiti nell'aprile di quattro anni fa. Della grazia hanno beneficiato, nel febbraio del 2012, altri tre detenuti ''di rango'' nelle file dei salafiti, gli sceicchi Hassan Kettani, Abdelouahhab Rafiki e Omar Haddouchi. Il provvedimento di grazia, lamentano oggi i salafiti, è stato però l'ultimo atto di quel dialogo, di cui ora solecitano la ripresa, per creare le condizioni per una pacificazione nazionale.

Pensare che le iniziative dei salafiti - anche con due giorni di sciopero della fame di coloro che sono ancora in carcere per gli eventi di Casablanca - possano avere immediata risposta è forse irreale. Anche perchè il Marocco non si sente certo immune dal contagio jihadista, come dimostrano i tanti giovani partiti alla volta di Siria ed Iraq per unirsi ai miliziani del Califfato nero. Ora la palla passa al governo ed è forse lecito chiedersi come alla richiesta di riprendere il dialogo risponderà l'islamico Benkirane. (ANSAmed).

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