In occasione del dodicesimo anniversario degli attentati, i salafiti marocchini sono scesi in piazza con manifestazioni pacifiche anche davanti a luoghi istituzionali, con la precisa richiesta di rimuovere gli ostacoli al ritorno in libertà dei detenuti. Non si tratta di una richiesta inattesa perchè 91 detenuti per i fatti di Casablanca sono stati già scarcerati in virtù della concessione della grazia da parte del re Mohamed VI e dopo negoziati tra Stato e islamisti, partiti nell'aprile di quattro anni fa. Della grazia hanno beneficiato, nel febbraio del 2012, altri tre detenuti ''di rango'' nelle file dei salafiti, gli sceicchi Hassan Kettani, Abdelouahhab Rafiki e Omar Haddouchi. Il provvedimento di grazia, lamentano oggi i salafiti, è stato però l'ultimo atto di quel dialogo, di cui ora solecitano la ripresa, per creare le condizioni per una pacificazione nazionale.
Pensare che le iniziative dei salafiti - anche con due giorni di sciopero della fame di coloro che sono ancora in carcere per gli eventi di Casablanca - possano avere immediata risposta è forse irreale. Anche perchè il Marocco non si sente certo immune dal contagio jihadista, come dimostrano i tanti giovani partiti alla volta di Siria ed Iraq per unirsi ai miliziani del Califfato nero. Ora la palla passa al governo ed è forse lecito chiedersi come alla richiesta di riprendere il dialogo risponderà l'islamico Benkirane. (ANSAmed).