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Prostituzione, Marrakech capitale del sesso a pagamento

Almeno 50 mila le donne in vendita in tutto il Marocco

28 maggio, 10:11

Film 'Much loved' - censurato in Marocco - ha sollevato il velo sull'industria della prostituzione in Marocco Film 'Much loved' - censurato in Marocco - ha sollevato il velo sull'industria della prostituzione in Marocco

(di Olga Piscitelli) (ANSAmed) - RABAT, 28 MAG - I punti di raccolta sono il simbolo del consumismo in città: di giorno, negozi alla moda, fast food e brasserie; di notte, discoteche e ristoranti di grido. Le riconosci dai vestiti e per gli sguardi sfrontati. Si stima che siano almeno 50 mila le prostitute del Marocco. Uno studio del Ministero della Salute che incrocia dati del 2011 e del 2014, ne ha contate 19 mila solo tra Agadir, Fes, Rabat e Tangeri. Marrakech però fa la parte del leone, seguita da Casablanca. A solo tre ore di volo dai principali scali italiani, la città ocra è la capitale del turismo: rappresenta l'esotico a portata di mano. 'Much loved' il film di Nabil Ayouch presentato a Cannes, bollato da censura, raccontando la storia di quattro prostitute di Marrakech ha tolto il velo su uno dei principali motivi di business in città. Nessun intermediario, le ragazze marocchine, si offrono liberamente. E si contendono il mercato con le colleghe che arrivano dal centro dell'Africa. Hanno tra i 18 e i 20 anni, costano dai 500 ai 700 Dirham, più o meno dai 50 ai 70 euro, a prestazione. Per una notte intera, le più belle, molto spesso selezionate dai locali notturni, si offrono per 300 euro, cena inclusa a carico del cliente. Nella città nuova, tra quel che resta degli edifici costruiti dai francesi durante il protettorato e i nuovi palazzi della movida, la fama delle ragazze di Marrakech vola di turista in turista. Piazza 16 novembre, avenue Mohammed V, rue Yugoslavie sono gli indirizzi più facili per il giorno. Il popolo della notte cerca tra Gueliz e l'Hivernage, i quartieri a più alta concentrazione di locali.

I clienti più attesi sono quelli che arrivano dall'Arabia saudita con i loro portafogli gonfi; ma anche un europeo è ben visto, purché danaroso. Tra una prestazione e l'altra, possono rifarsi la messa in piega: ci sono parrucchieri che non chiudono mai, estetiste a disposizione fino alle 5 del mattino. Chi punta ad affrancarsi presto dalla professione, cerca di assicurarsi un passaporto oltre che la rendita a vita. La disperazione, invece, ha casa nella medina. Nell'antico quartiere ebraico, il Mellah, le donne che si vendono non sono più belle come una volta e le tariffe scendono fino a 20 Dirham: 2 euro per un rapporto sessuale consumato a due passi dal souk. C'è chi grida allo scandalo in terra d'Islam. E chi fuori dai confini organizza tour dedicati ai turisti più esigenti - ci sono siti specializzati che indicano luoghi e tariffe delle principali città, dispensando consigli utili sull'approccio, sul periodo migliore per organizzare il viaggio, sulle discoteche dove puntare sul sicuro. L'indagine del Ministero della Salute rivela che sulle 19 mila prostitute intervistate, la maggior parte sono analfabete, divorziate o vedove (tra il 62 e il 73 per cento), che dichiarano di aver avuto la loro prima relazione sessuale tra i 15 e i 19 anni. Vivono sole (tra il 60 e il 70 per cento), ma sostengono economicamente qualcuno (50-80 per cento dei casi), molto spesso dei figli (fino al 56 per cento) o le famiglie di origine. Nei 30 giorni precedenti le interviste rivelano in massa (54 per cento) di non aver utilizzato il preservativo, perché non l'avevano in borsetta o perché il cliente non voleva usarlo. Nel 98 per cento dei casi il rapporto a pagamento si consuma dove le porta il cliente, in appartamenti affittati apposta o in riad presi in esclusiva. Impossibile affittare camere in hotel, perché proprio per evitare il diffondersi della prostituzione una legge del regno vieta ai marocchini di soggiornare con altri che non siano i legittimi consorti. Chi non esibisce il certificato di matrimonio è passibile di arresto e mette nei guai anche l'albergatore che rischia di chiudere l'attività.

(ANSAmed)

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