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Marocco: giro di vite su gay, minigonne e bikini

29 giugno, 13:29

Giro di vite in Marocco su minigonne, gay e bikini Giro di vite in Marocco su minigonne, gay e bikini

(di Diego Minuti)

ROMA - Se c'era un Paese arabo al quale tutti riconoscevano la fama di più tollerante questo era senza dubbio il Marocco, che di questo aveva fatto il suo simbolo, nella vita di tutti i giorni così come nel delicatissimo campo della convivenza tra le religioni. Da qualche tempo, però, sembra che questa che appariva come una condizione conclamata stia perdendo smalto. Anzi, tutto sembra dare l'impressione che il vento sia cambiato e che ormai sia in corso un giro di vite.
Solo nelle ultime settimane ci sono stati diversi episodi che sembrano confermare questo timore. A cominciare dall'arresto e dalla successiva condanna a quattro mesi di reclusione di due uomini sorpresi a scambiarsi un bacio a Rabat, a poca distanza dalla torre intitolata a re Hassan. Posto che il codice penale consente sia l'arresto che la condanna, resta molto da riflettere sul fatto che alcuni media,tradizionalmente vicini al 'palazzo', a poche ore dal'arresto dei due uomini ne abbiano resa nota l'identità, giungendo anche a pubblicarne le foto, peraltro duplicate da un documento d'identità al quale ben difficilmente avrebbero avuto accesso se non con la compiacente collaborazione di qualche solerte funzionario. Un puntello alla morale, ma anche uno schiaffo ad una immagine consolidatasi nei decenni e che ora sembra vacillare. E cosa dire di quanto accaduto a Inzegane, dove due apprendiste parrucchiere sono state arrestate (sotto la spinta di solerti difensori dei costumi, che le hanno letteralmente sequestrate per poi consegnarle ai poliziotti) con l'accusa di oltraggio al pudore, per il solo fatto di indossare delle minigonne? Indumento che non è certo sconosciuto alle giovani marocchine, ma che ora, in alcune zone del Regno, sembra essere diventato un fattore di rischio. Si moltiplicano, infatti, in alcune importanti città, come Agadir, delle 'brigate dei costumi', prive di qualsiasi ufficialità, ma che scorrazzano per le strade, controllando la lunghezza delle gonne e, se del caso, procedendo a dei ''fermi'' assolutamente illegittimi. Ma questa ondata di bigottismo non sembra fermarsi perché, sempre vicino ad Agadir, su alcune spiagge frequentate soprattutto da turisti, sono apparsi minacciosi cartelli con i quali si invitavano le straniere a rispettare il Ramadan e, quindi, ad astenersi dall'indossare bikini. Il tutto scritto su un drappo nero che, anche involontariamente, fa volare il pensiero ad altre bandiere nere ed ad altri sanguinosi episodi. Lahcen Haddad, ministro del Turismo (settore pilastro del Pil marocchino), ha subito gridato la sua rabbia per quanto accaduto, ma il danno ormai è fatto e lo sconcerto aumenta pensando che quel drappo nero, che sapeva tanto di minaccia, è rimasto esposto a lungo. (ANSAmed).

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