Ora il Paese 'normale' si interroga su quanto sta accadendo e se è mai possibile che qualcuno, al di là ed al di sopra della legge, si possa erigere a difensore non della morale corrente, ma della sua, forgiata su una visione dell'Islam che in ogni caso cozza contro quella della società marocchina.
Al momento non si sa se la polizia - che, a detta dei media marocchini, non sempre agisce con solerzia in questi casi, ovvero perseguendo gli autori delle aggressioni moraliste - abbia identificato gli autori della bravata di Safi. Di certo quanto accaduto nel centro turistico contribuirà ad un dibattito che si sta facendo rovente e che vede una ben determinata minoranza (per così dire integralista) agire indisturbata. Anche in una città come Safi, in cui i turisti vanno vestiti come vogliono, mentre ad una ragazzina marocchina questo viene negato, anche a rischio della sua incolumità. Le associazioni per i diritti dell'Uomo sono scese in campo nel caso delle ragazze di Inezgane e forse faranno lo stesso per l'adolescente di Safi. Ma quello su cui si interrogano è se l'establishment politico si sia finalmente avveduto delle falle nel codice penale marocchino e della necessità di mettervi mano per modernizzarlo. Anche perchè, come ha detto Laila Majdouli, segretario generale dell'associazione Solidarietà femminile, negli anni '60 le donne di Casablanca potevano uscire in minigonna senza problemi, cosa oggi quasi impossibile. In palio non c'è solo la libertà di indossare una mini, ha detto Majdouli, perchè oggi ti vietano di indossare quel che vuoi, domani di parlare. (ANSAmed).