Con un grazie all'Italia e alle altre nazioni che lo hanno appoggiato lungo la strada e con un appello alle parti a non buttar via sette mesi di lavoro e perdere l'opportunità "unica" di essere "pacemakers", Leon ha illustrato il suo rapporto al Consiglio di sicurezza, in teleconferenza da Parigi.
Domani a Skherat si tornera' a trattare: il testo di accordo concordato tra le parti libiche, tranne il Congresso di Tripoli (Gnc), "non e' perfetto" ma fornisce la road map per porre fine subito alla crisi politica del Paese e al conflitto militare che "ha devastato la Libia ormai da oltre un anno".
Secondo Leon, superare la polarizzazione politica e le divisioni in Libia non sara' compito facile, ma "le preoccupazioni del Gnc - ha precisato - potranno essere affrontate nelle discussioni sugli allegati, compresi quelli relativi alla formazione di un governo di concordia nazionale".
A confermare la complessità della trattativa, sono arrivate a sorpresa le dimissioni di Salah Al Makhzoum, il capo della delegazione del Gnc invitata domani in Marocco.
Leon incalza: con la prospettiva di un tracollo economico imminente, l'alternativa all'accordo e' l'Isis. Il pericolo per la Libia e per il popolo libico e' "reale, imminente e palpabile", ha detto l'ex ministro degli esteri spagnolo. Da Sirte, occupata in giugno, i jihadisti hanno preso il controllo di 200 chilometri di coste a est e a ovest della citta', ha detto Leon mentre l'ambasciatore libico (di Tobruk) Ibrahim Dabbashi ha avvertito che l'Isis e' tornato a Derna con l'appoggio di al Qaida. "Solo un approccio unificato", ha detto Leon, può evitare "un'avanzata del Califfato come in Iraq e Siria". (ANSAmed).