(ANSAmed) - RABAT - Parate, celebrazioni e discorsi.
Il Marocco festeggia oggi il suo anniversario di liberazione. A 40 anni dalla Marcia verde che nel 1975 portò 350 mila cittadini nei territori del Sahara allora occupato dagli spagnoli. La mobilitazione chiamata direttamente dal sovrano di allora, Hassan II, ha fin da subito avuto un valore simbolico nel contesto dell'indipendenza del Paese. Dopo quella giornata, la Spagna firmò l'Accordo di Madrid e di fatto lasciò il Marocco pur mantenendo Ceuta e Melilla come enclave. Tra gli eventi in programma anche una partita di calcio zeppa di celebrità, con Diego Armando Maradona, Alessandro Altobelli, Francesco Toldo e Daniel Fonseca. Si giocherà a Laayoune, in pieno deserto e sarà un po' l'appuntamento di gala della giornata fitta di incontri istituzionali. Le bandiere marocchine sventolano ovunque, in attesa dei passaggi dei cortei militari. Anche in Italia saranno esposte dalle comunità marocchine presenti nelle principali città. C'è attesa per il discorso del re Mohammed VI, chiamato a gestire la partita ancora aperta in realtà con gli indipendentisti di Polisario. Dal quartier generale Onu a New York, si affilano le armi della diplomazia per tentare di mettere d'accordo tutte le parti. Rabat sogna una larga autonomia sotto la sua diretta sovranità per questo vasto territorio di meno di un milione di abitanti, mentre Polisario reclama un referendum di autodeterminazione. E nonostante la presenza della missione Onu sul campo, a partire dal 1991, in questi quattro decenni la situazione non ha fatto passi in avanti. Ora si punta a febbraio del 2016 come data ultima fissata da Ban Ki Moon per dirimere la vicenda. Ma che la tensione sia sempre molto alta lo dimostrano poi episodi come quello che ha causato la rottura diplomatica con la Svezia e la mancata inaugurazione del primo magazzino Ikea in Marocco, proprio per un cenno di riconoscimento a Polisario. (ANSamed).