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In Marocco la calda estate del voto, il 7 ottobre alle urne

Duello tra i riformisti, ora all'opposizione, ed i filoislamisti

12 agosto, 21:11

Due donne passano davanti ad un muro pieno di manifesti a Casablanca (foto d'archivio). Due donne passano davanti ad un muro pieno di manifesti a Casablanca (foto d'archivio).

 RABAT- L'ultimo, spettacolare passaggio, è stato quello di Marrakech: 30 consiglieri comunali del Pjd, il partito filoislamista di Giustizia e Sviluppo, attualmente al governo, si sono trasferiti nello schieramento nemico, il Pam, partito dell'Autenticità e della modernità. Un cambio di casacca che ha coinvolto anche una ventina di esponenti di spicco del partito del primo ministro Benkirane, ora bollati come "traditori in cerca di poltrone".

È una lunga estate calda quella della politica marocchina. Alla vigilia delle legislative del 7 ottobre, secondo appuntamento dopo la Costituzione che il paese ha ratificato come argine alla Primavera araba, la sfida si gioca sul campo economico. Tradizionalisti da un lato, convinti di aver raggiunto un successo leggendario in 5 anni di amministrazione e riformisti dall'altro, sicuri di avere la vittoria in tasca, dopo le scarse performance di governo. Più di 30 partiti si contendono i 395 seggi della Camera dei rappresentanti, ma alla fine lo scontro sarà tra i due colossi, l'uno, il Pjd, al governo, l'altro, il Pam, alla guida dell'opposizione.

Ci sarà da convincere il partito degli astenuti, quel 60 per cento di aventi diritto al voto che non è coinvolto dalla politica. Sono 15 milioni gli iscritti alle liste elettorali, ma i votanti non hanno mai superato il milione e mezzo. Ad ogni appuntamento con le urne, gli elettori i aumentano, si allarga però anche il numero dei partiti, quelli "hizbicules", pulviscolo, questa volta sono 19.

Le legislative si svolgeranno secondo uno scrutinio di liste a turno unico, su base proporzionale. Dei 395 deputati, 305 sono eletti su base locale, in seno alle circoscrizioni, e 90 su base nazionale, di cui 60 quote rosa e 30 quote giovani (con meno di 40 anni). La soglia minima richiesta per le liste locali è del 3 per cento.

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