Con estremo candore e in certi casi persino sorpresa i manifestanti hanno risposto alle domande dei giornalisti: "Perché protesto? Veramente credevo di essere qui per una gita di piacere in città. Dovevamo anche andare in spiaggia". "Mi è stato regalato un montone per la festa del Sacrificio - ha spiegato una manifestante - per riconoscenza sono venuta fin qua". "Mi è stato detto di venire a Casablanca, ed eccomi". La protesta che avrebbe dovuto denunciare la morsa religiosa imposta secondo alcuni dal governo Benkirane è stata pesantemente condannata dai giornali marocchini e dai social media.
Il Pjd, partito della Giustizia e dello sviluppo, al centro della protesta ha replicato per voce del leader Benkirane: "Non è la prima volta che ci prendono di mira, questa volta però non sappiamo neanche con chi prendercela, perché non si sa chi abbia convocato questa messinscena". Sotto accusa alcuni leader locali dei partiti dell'opposizione, chiamati in causa da alcuni manifestanti. Nessuno ha rivendicato la paternità della manifestazione.
"Una marcia che istiga all'odio - secondo il Centro marocchino per i diritti umani - e agita fantasmi contro la coesistenza pacifica e i valori che fanno del Marocco un paese tranquillo".
Le elezioni in Marocco, previste per il 7 ottobre, sono sotto la lente di oltre 4 mila osservatori accreditati, di cui un centinaio sono internazionali. Più di 30 partiti si sfidano per la seconda tornata legislativa, dopo le cosiddette primavere arabe. Da allora il Marocco si è dotato di una Costituzione e di un corpo di leggi più moderno, ma non ancora del tutto applicato. (ANSAmed).