L'account è in realtà un bot alert, una serie cioè di informazioni reperite da un robot sulla Rete e ridiffuse, in questo caso via Twitter, secondo un preciso canale di interesse.
Il bot è stato creato da un giornalista investigativo, Francois Pilet, che s'è impegnato in un lavoro di inchiesta sulla famiglia Obiang, della Guinea equatoriale. Una dittatura tra le più repressive al mondo, secondo le principali organizzazioni non governative; una delle più ricche, secondo Forbes. I loro aerei non potrebbero sorvolare i cieli dell'Unione europea, eppure fanno avanti-indietro dalla Svizzera. Di qui l'idea poi estesa a tutti i "regimi autoritari".
I voli tracciati dal bot arrivano tra l'altro dal Barhain, dal Brunei, dall'Oman, dal Qatar, dal Sudan e dall'Arabia Saudita. Il criterio di selezione è spiegato tra i tweet: si segue il 'Democracy Index del 2015', istituito da 'The Economist Intelligence Unit'. Possono esserci milioni di motivi per recarsi in Svizzera, resta sempre il dubbio che su quegli aerei oltre che persone viaggino banconote, per esempio. Dubbio che un alert sul volo non potrà mai dissipare né avvalorare, come ha spiegato Pilet nel corso di numerose interviste. I viaggi privati di re Mohammed VI non sono annunciati dalla casa reale e dunque non sono sistematicamente resi pubblici. Ed è qui che si pone il tema della trasparenza. La stampa marocchina segue ogni sospiro del sovrano, inclusi i viaggi, che però non svelano segreti di stato. Un bot alert come questo, lamentano i cronisti del Marocco, finisce per far credere che tutti i capi di stato seguiti siano dittatori, qualificando anche il livello di democrazia, e che dispongano in piena legalità di flotte aeree destinate ai loro usi privati o ufficiali. (ANSAmed).