(ANSAmed) - RABAT, 25 OTT - A poco più di due settimane dal
voto, il Marocco non ha ancora il governo. Il re ha affidato
l'incarico al leader del partito che ha ottenuto la maggioranza
di consensi, il Pjd, ma Abdelilah Benkirane non ha ancora
indicato i ministri della nuova legislatura.
La Costituzione del 2011 non impone limiti,
provocatoriamente, il secondo partito marocchino, Pam (Partito
dell'autenticità e della modernità) ha indirizzato un memorandum
a Mohammed VI per chiedere di emendare la Carta.
Alla vigilia di un appuntamento tanto atteso come la COP22
Conferenza sul clima, che si apre il 7 novembre a Marrakech, non
c'è ancora un ministro dell'Ambiente che faccia gli onori di
casa.
La consultazione, prima, poi l'esame e, infine, l'avallo del
gabinetto reale prenderanno nella migliore delle ipotesi una
dozzina di giorni. Dopo la designazione dei ministri, il capo di
governo deve presentare l'esecutivo e il programma alle due
Camere. Solo se ottiene la maggioranza assoluta dei consensi dei
due rami del Parlamento potrà governare.
Il primo ministro in pectore cerca ancora la sua maggioranza,
perché il risultato elettorale lo ha messo di fronte a un
bipartitismo di fatto che non gli agevola il compito. I partiti
più influenti alzano l'asticella delle richieste, la ricerca dei
possibili alleati si estende dunque al pulviscolo di formazioni
appena considerate dagli elettori, al punto che si contano quasi
più sigle che poltrone da ministro. (ANSAmed).