(di Olga Piscitelli)
(ANSAmed) - RABAT, 7 NOV - La febbre verde contagia la città
ocra. E Marrakech che in questi giorni ospita la Conferenza Onu
sul clima scopre la sua vocazione ecologica. Persino i cartelli
mobili di 'Alt' usati dalla polizia hanno micro pannelli solari
per illuminare il segnale. Ma ai 30 mila operatori della COP22
l'ingresso in città riserva molte sorprese. C'è il senso
umoristico delle compagnie aeree che si dicono "ingaggiate per
il clima" e invitano a "imbarcarsi per una causa planetaria". Ci
sono poi serissime pubblicità di carte bancomat "bio" e
cartelloni che invitano al "rispetto della natura". Non c'è mai
stato tanto verde a Marrakech. Il viale Mohammed V, uno dei più
lunghi d'Africa con i suoi 32 chilometri, è un'esplosione di
fiori e fontanelle. Capitale del Sud, porta del deserto,
Marrakech è però anche la città che ospita 11 campi da golf dal
green impeccabile. Per mantenere quei prati, molto spesso la
medina rimane a secco.
Pensare "verde" è l'obiettivo del sindaco che ha cambiato
tutte le lampadine in led a risparmio energetico. L'investimento
per rinnovare il parco dei mezzi pubblici è pari a 200 milioni
di Dirham (18,5 milioni di euro circa) per avere 120 autobus
elettrici entro il 2019. Al momento sono 30, color rosso fuoco,
quelli che collegano i punti nevralgici della città. I taxi
color beige hanno appiccicato le vetrofanie con il simbolo della
COP22, ma sono le auto inquinanti di sempre.
Dallo scorso luglio sono vietati i sacchetti di plastica in
tutto il Marocco. Non si possono produrre, distribuire e nemmeno
importare. Al grido di "zero mika" (mika è la parola araba per
sacchetto) i commercianti si sono organizzati. Le plastiche,
ricercatissime, si trovano sottobanco, tra gli ambulanti che
vendono melograni o banane appena colte dagli alberi, ai margini
della strada. Chi li trova ne fa incetta e tra casalinghe la
voce passa di porta in porta. Trecento biciclette sono state
piazzate nei punti di principale interesse per i turisti: si
possono noleggiare. Il meccanismo è ancora complicato; di sicuro
non è affare per gli abitanti di Marrakech che, in gran parte,
non posseggono carte di credito necessarie per la tracciabilità
dei dati.
Niente raccolta differenziata. Affidato a operatori
stranieri, lo smaltimento dei rifiuti viene fatto attraverso
grandi discariche e forni ai margini della città.
Ogni moschea ha poi il suo hammam di riferimento, il posto
pubblico dove poter fare il bagno di vapore. Un dovere per i
musulmani praticanti, fonte di piacere per i turisti, l'hammam
viene riscaldato con un forno a legna che brucia in realtà molto
spesso anche altri rifiuti. Ce ne sono 10 mila in tutto il
Marocco, ognuno dei quali consuma in media 1,5 tonnellate di
legna e 125 metri cubi d'acqua al giorno. Un progetto punta a
convertirli in centri eco-sostenibili nel giro di tre anni. Il
primo esempio, a Marrakech, è scaldato a pannelli solari e con
una fornace che brucia bionmassa a base di noccioli di
olive.(ANSAmed).