Una legge quadro approvata di recente, riporta il sito di Al Arabiya, regola a monte l'operazione.
Basata sul principio che non si può guadagnare dalla pura speculazione di denaro, la finanza islamica ha finito per essere messa ai margini per le possibili connessioni con le frange estremiste dei movimenti islamici. Bank Al-Maghrib precisa che il via libera è stata concordato con il Consiglio superiore degli Oulema, la massima autorità religiosa del Paese dopo il re. All'interno del consiglio è stato creato un comitato "sharia per la finanza partecipativa", una sorta di direttorio cui spetta il compito di sorveglianza e che ha l'autorità per emettere fatwa sulla conformità dei prodotti finanziari. Dei sette dossier presentanti, cinque hanno ottenuto l'ok e riguardano i tre principali istituti di credito del Marocco in partenariato con banche islamiche: Attijariwafa; Bmce Bank of Africa con il gruppo Dalla Al Baraka; Banque Centrale Populaire con il gruppo saudita Guidance; due banche più piccole, Crédit Agricole du Maroc con la filiale della Banque islamique de développement ICD e Credit Immobilier et Hotelier (CIH Bank) in partenariato con la Qatar International Islamic Bank.
Di Attijariwafa, la maggiore banca privata del Marocco, non è stato svelato il partner islamico, perché la trattativa non è ancora stata formalizzata.
Gli istituti francesi che potranno vendere prodotti islamici sono Societe Generale, Credit du Maroc e BMCI.
L'operazione porterà sul mercato maghrebino un'iniezione di più di un miliardo di dirham e offrirà 'sukuk' cioè bond islamici a partire dalla prima metà di questo 2017.
La strada sembra spianata anche per le assicurazioni islamiche, la 'takaful', per le quali però il Parlamento deve ancora approvare una legge ad hoc. (ANSAmed).