Una celebrazione che in Marocco ha assunto anche carattere identitario per chi si riconosce nella cultura amazigh, senza riguardo per i più recenti confini politici delle cartine geografiche. Rabat ha riconosciuto la lingua berbera come lingua ufficiale e ora compare ormai anche tra quelle in uso sui telefonini Apple. La Costituzione marocchina riserva un valore particolare alla cultura del popolo amazigh e in certe regioni del Paese, per esempio ad Agadir, Meknès, Nador e in generale nelle enclave di cultura berbera la ricorrenza è particolarmente sentita.
La rinascita della cultura amazigh, il cui emblema è la lettera 'Z' dell'alfabeto, simbolo dell'uomo libero, si deve a un gruppo di studiosi emigrato in Francia. Riuniti nell'Accademia berbera di Parigi, sul finire degli anni '60, cominciarono a rivendicare l'autonomia della lingua e l'importanza della cultura. Così, alla ricerca di radici, trovarono il punto zero dell'era amazigh nel 950 avanti Cristo, in corrispondenza dell'insediamento della prima dinastia di faraoni berberi. Sheshonq I, il faraone cui si attribuisce il merito di aver unificato l'Egitto, spingendone i confini fino alla Palestina, è diventato da allora un personaggio mitico.
Incuranti della verosimiglianza storica, troppo spesso i militanti berberi gli attribuiscono imprese leggendarie, come quella del sacco del tempio di Salomone a Gerusalemme.
(ANSAmed).