RABAT - "Attentato alla sicurezza", "Atti di vandalismo", "tentato omicidio volontario", "saccheggio". E' lunga la lista di accuse contro Nasser Zefzafi, il leader del movimento che infiamma le strade di Al Hoceima e anima la rivolta popolare nel Rif, la regione a Nord del Marocco. La procura di Casablanca ha aperto un fascicolo contro Zefzafi e un gruppo di manifestanti arrestati nei giorni scorsi a ridosso delle manifestazioni che dal 26 maggio continuano incessantemente in tutta la regione. Le accuse sono particolarmente pesanti; il quadro che la procura immagina è quello di una associazione a delinquere finalizzata a destabilizzare lo Stato, a minarne la sicurezza del Marocco in cambio di soldi. A corredo delle accuse ci sono poi gli elementi meno eclatanti come la mancanza di autorizzazione per manifestare, l'irruzione nei luoghi di culto, il tentativo di sobillazione dei cittadini, istigati alla violenza contro lo Stato. Dopo il primo interrogatorio, sempre secondo la Procura, il giudice istruttore ha ordinato l'arresto preventivo degli accusati che restano nel carcere di Casablanca.