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Diritti, l'Onu sollecita Rabat su quelli di donne e gay

Poligamia resta nonostante sforzi re. A Ginevra risposte Rabat

20 settembre, 20:24

(di Olga Piscitelli) (ANSAmed) - RABAT, 20 SET - Per gli osservatori internazionali è uno degli stati arabi più liberal e moderati, ma l'Onu nell'ultimo report sui diritti umani ha riscontrato 244 temi per i quali ha deciso di mandare altrettante sollecitazioni al Marocco. Giovedì 21 settembre, a Ginevra, davanti al Consiglio riunito per la 36/a sessione, il governo di Rabat dovrà spiegare come mai su 44 punti non concorda con le Nazioni unite. In patria ha già anticipato le risposte preliminari. Matrimonio di minori, disparità di trattamento tra sessi in materia di eredità e criminalizzazione della omosessualità sono alcuni dei temi finiti sotto la lente del Consiglio dei diritti per l'esame periodico universale. Ma delle 244 sollecitazioni ricevute, il Marocco ne ha accolte 191, considerando che 23 sono già in corso di studio e 168 fanno parte del complesso progetto di riforme in corso di approvazione. Restano però le 44 sollecitazioni considerate irricevibili da Rabat, ma dall'altro lato anche dall'Onu. Nel 2012, data del precedente ciclo di esame dell'Onu, su 148 raccomandazioni il Marocco ne aveva rigettate solo 8.

Il faro dell'Onu si è acceso su criminalizzazione delle ragazze madri e sul riconoscimento giuridico dei figli nati fuori dal matrimonio. Ma anche sulla possibilità di utilizzare test del Dna per attribuire la paternità o di cancellare dai documenti di identità tutti i segni che permettono di identificare un figlio nato fuori dal matrimonio, abrogando di conseguenza le leggi che creano un solco tra i diritti di chi nasce in seno a una famiglia e chi no. Altro punto fondamentale per l'Onu è fissare a 18 anni il limite minimo di età per i matrimoni, per evitare i casi di spose bambine. Rabat non ha preso provvedimenti in proposito e rigetta anche l'invito ad abolire le discriminazioni per la tutela dei fanciulli, in caso di divorzio.

L'eredità per il Marocco devo continuare a rimanere un affare tra uomini, che esclude perentoriamente le donne dall'asse di successione a meno che il parente maschio più prossimo non disponga diversamente. Leggi e pratiche discriminatorie restano intoccabili: impossibile discutere di violenza coniugale e neppure di convivenza. La poligamia, abolita da tempo in Tunisia, non viene messa in discussione e l'omosessualità un reato. A nulla è servito lo sforzo dell'attuale re che ha una sola moglie (il padre aveva invece un harem), Lalla Salma, la prima regina del Marocco di cui si conosce il volto e che non indossa il velo.

La Costituzione del 2011 fissa i principi di uguaglianza tra tutti i cittadini, ma prevede pur sempre "il quadro speciale" che fonda la nazione marocchina e cioè "la religione musulmana", "l'unità nazionale fondata sul multiculturalismo", "la monarchia costituzionale e la scelta democratica". Ecco perché il Marocco non accetta le raccomandazioni Onu, perché come spiega il governo nella sua risposta al Consiglio dei diritti Onu, "sono in contraddizione con i principi fondanti della nazione".

(ANSAmed).

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