(di Paola Del Vecchio)
(ANSAmed) - MADRID, 4 OTT - Soddisfazione delle Ong spagnole
per due sentenze della Corte europea dei diritti umani di
condanna della Spagna, per i respingimenti immediati al Marocco
di due immigrati riusciti a passare la frontiera di Melilla. Il
pronunciamento della Corte, dopo una denuncia presentata da
varie Ong, fra le quali Caminando Fronteras, per l'espulsione
sommaria, avvenuta il 13 agosto del 2014, di due migranti
subsahariani, N.D del Mali, e N.T della Costa d'Avorio, che
erano riusciti a scavalcare la doppia barriera di protezione
dell'enclave spagnola in nord Africa. Ma erano stati subito
rimandati in Marocco, senza essere stati preventivamente
identificati e senza aver ricevuto assistenza legale. La
sentenza della Corte europea, diffusa dalle Ong, conclude che la
Spagna ha violato il diritto a un ricorso effettivo, dato che i
subsahariani furono ammanettati e consegnati alle autorità
marocchine "contro la loro volontà e senza alcuna misura
amministrativa o giudiziaria precedente". Il che "suppone
un'espulsione di carattere collettivo", contraria all'Accordo
europeo di Diritti Umani.
L'alta corte condanna il governo spagnolo a indennizzare di
5.000 euro a ognuno dei ricorrenti per i danni civili. La
sentenza, che costituisce giurisprudenza applicabile a molti
altri casi di denunce, ritiene valida la versione dei migranti,
corroborata da varie testimonianze raccolte dall'agenzia
dell'Onu per i Rifugiati (Acnur) e vari video. Secondo il
dispositivo, i due migranti subsahariani furono immediatamente
consegnati alle autorità marocchine "senza avere accesso a
interpreti e a un'assistenza giuridica che li informasse delle
disposizioni pertinenti il diritto d'asilo o dei procedimenti
contro la loro espulsione". Vale a dire, seguendo il criterio
che la Spagna applica a tutti le espulsioni sommarie, le così
dette 'devoluciones en calientes' dal 2015, quando sono state
legittimate per legge dal governo di Madrid.
La sentenza non è definitiva, perché la Spagna può presentare
ricorso d'Appello alla Grande Sala dei 17 giudici dell'alta
Corte.
(ANSAmed)