Si tratta di Helena Maleno, l'esperta in migrazioni e portavoce della Ong, con base a Tangeri, accusata di "favoreggiamento dell'immigrazione illegale" per il lavoro di segnalazione al Salvataggio marittimo spagnolo delle imbarcazione in difficoltà nella traversata dalle coste del paese magrebino a quelle iberiche.
Indagata per cooperazione con le mafie di trafficanti di persone, l'attivista è comparsa oggi davanti un tribunale di Tangeri, che dovrà decidere sulla eventuale imputazione. Caminando Fronteras denuncia l'accanimento contro la donna, già oggetto nel 2016 di un'indagine da parte della polizia spagnola, poi archiviata dalla Procura dell'Audiencia Nacional.
Secondo fonti giudiziarie citate da El Pais, l'inchiesta attivata in Marocco "si basa sulla stessa documentazione, un rapporto rimesso dalla polizia nazionale spagnola".
Per Caminando Fronteras, la messa sotto accusa dell'attivista "risponde alla stessa campagna di discredito avviata in Italia" contro le Ong impegnate in missioni di ricerca e salvataggio dei migranti che attraversano il Mediterraneo.
Nel manifesto, diffuso da Caminando Fronteras, si denuncia la "criminalizzazione" e "l'accanimento" contro l'attivista, bersaglio anche di "attacchi, aggressioni e minacce" per l'attività svolta da anni per l'assistenza ai migranti che attraversano lo Stretto di Gibilterra.
Fra i firmatari della petizione, gli attori Javier Bardem, Juan Diego Botto, gli scrittori Almudena Grandes, José Manuel Caballero Bonald, Luis Garcia Montero, Maruja Torres, il regista Fernando Leon de Aranoa, il cantante Nacho Vega e i giornalisti Carles Francino e Monica G. Prieto.
Una campagna di solidarietà a Helena Maleno, avviata in Twitter all'hashtag #DefendiendoAMelano ha raccolto negli ultimi giorni migliaia di adesioni. Mediante un sistema di allarme, Caminando por Fronteras ha consentito di salvare centinaia vite di migranti che tentavano di arrivare in Spagna via mare. L'attivista per i diritti umani veniva contattata al cellulare e cercava di ottenere tutta le informazioni possibile su coloro che chiedevano aiuto per poi passarle al Salvataggio marittimo, un organismo dipendente dal ministero allo Sviluppo spagnolo e incaricato dei salvataggi in mare, oppure alle autorità marocchine. Il lavoro dell'ong a sostegno delle comunità concentrate sul lato marocchino della frontiera con la Spagna, in gran parte sub-sahariani che hanno dovuto affrontare ogni genere di disagi e vessazioni prima di arrivare in Marocco, ha inoltre consentito di migliorare le condizioni dei migranti in quel Paese di transito.
Caminando Fronteras è stata inoltre fra le ong più attive nel denunciare le 'devoluciones en caliente', i respingimenti immediati alle frontiere di Ceuta e Melilla, consentiti dalla legislazione spagnola ma condannati dalla Corte europea per i Diritti Umani.
A Helena Maleno si rivolsero i familiari degli immigrati morti il 6 febbraio 2014 alla frontiera di Ceuta, respinti dalla guardia civile, perché i corpi fossero identificati e fosse avviata un'inchiesta giudiziaria. (ANSAmed).