L'apertura in materia di diritto di famiglia è stata annunciata dal ministro Bassima Hakkaoui, titolare del dicastero della Famiglia e della solidarietà, a New York, nel corso di una seduta Onu della Commissione sulla condizione della donna. "Il Marocco lavora per dare nuove opportunità alle donne", avrebbe detto il ministro del Pjd, il partito della giustizia e dello sviluppo, il più conservatore dell'arco parlamentare marocchino. Questa "rivoluzione sociale", come è stata definita dai quotidiani locali, annulla l'articolo 10 del vecchio codice che assegna all'uomo la priorità per la trasmissione di nazionalità.
L'iniziativa segue le indicazioni del Re del Marocco che auspica un nuovo modello di sviluppo del paese in fatto di diritti fin dal 2007. Nel 2015, anno dell'ultimo censimento degli stranieri, sono stati oltre 30 mila i bambini nati da madre marocchina e padre straniero ad aver ottenuto la nazionalità: una concessione che presto diventerà diritto. Il testo di legge, depositato alla Commissione parlamentare di Giustizia, prevede che il coniuge straniero possa aspirare alla nazionalità marocchina dopo cinque anni di residenza regolare ed effettiva in Marocco, accanto alla sua sposa. (ANSAmed)