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Dal Marocco, 46% dei 233 sospetti jihadisti finiti in Spagna

Arrestati o uccisi per terrorismo negli ultimi 5 anni

09 maggio, 17:30

(ANSAmed) - RABAT, 9 MAG - Quasi la metà dei jihadisti arrestati o uccisi negli ultimi cinque anni in Spagna erano di origine marocchina. L'analisi del think tank madrileno 'Elcano Royal Institute' mette il Marocco di fronte alle proprie responsabilità. Tra il 2013 e il 2017, secondo lo studio dal titolo 'Marocchini e immigrati di seconda generazione tra i jihadisti di Spagna', il 46 per cento degli oltre 233 sospetti di attività terroristica, arrestati o uccisi in azioni di chiara matrice fondamentalista, provenivano dal Marocco o erano di origine marocchina, pur essendo cresciuti altrove, visto che per il 37,9% avevano un passaporto spagnolo e per oltre il 19% altre nazionalità.

Lo studio è stato diffuso dal quotidiano on line Moroccanworldnews che addentrandosi nell'analisi spiega anche come sei terroristi su 10 sono immigrati di seconda generazione, reclutati in Spagna da cellule jihadiste e network attivi nella penisola iberica. Un comune denominatore tra gli arrestati è la provenienza dalle regioni del Nord, quelle della zona del Rif, "più povera e ribelle", secondo gli autori della ricerca. Balza poi subito all'attenzione anche il fatto che il 73% dei detenuti per questioni correlate al terrorismo islamico o morti in attacco suicidi provengono da Ceuta e Melilla, le due enclave spagnole in territorio marocchino. Disoccupati, quasi sempre analfabeti e vissuti in condizioni di marginalità estrema, quanti si sono immolati alla causa dell'Isis sono l'evidenza, secondo lo studio "di una effettiva assenza dell'autorità dello stato nei due centri", e incoraggiano il sospetto che "il Marocco stia diventando terreno di coltura per jihadisti".

Quanto alla Spagna, la zona più calda si conferma essere la Catalonia e specialmente Barcellona, dove si concentra il 14% dei detenuti per questioni di terrorismo e da cui provengono 4 su 10 dei condannati. (ANSAmed).

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