(ANSAmed) - MADRID, 13 NOV - Continua lo stillicidio dei
corpi restituiti dal mare una settimana dopo il naufragio di un
barcone di migranti sugli scogli al largo della costa di Barbate
(Cadice), avvenuto lunedì scorso. Con gli ultimi cinque cadaveri
recuperati la scorsa notte, sale a 18 il numero di vittime del
naufragio, nei pressi della spiaggia di Caños de Meca, nel quale
sono state tratte in salvo dai mezzi del Salvataggio Marittimo
22 persone, e almeno altre sei restano disperse.
"Bisogna tirarli fuori dal mare per dare loro riposo. Se non
si fossero impauriti davanti agli scogli, la marea sarebbe scesa
e forse la barca avrebbe resistito", ha detto il tenente della
Guardia Civile, José Antonio Olivas, comandante della caserma di
Barbate, che coordina le ricerche, in dichiarazioni al
quotidiano ABC. A causa delle cattive condizioni del tempo,
l'imbarcazione si è schiantata all'alba di lunedì scorso sulle
rocce. "Non sappiamo con certezza quanti restano dispersi - ha
aggiunto l'ufficiale - fra tre e sei persone, secondo i racconti
dei sopravvissuti, che non concordano".
Il viaggio dalle coste di Kenitra, in Marocco, era cominciato
almeno 25 ore prima del naufragio, con almeno una quarantina di
migranti di origini marocchine, fra le quali 11 minori di età,
stipate su un barcone di legno a motore. La maggioranza, secondo
le testimonianze dei sopravvissuti, non sapeva nuotare e
indossava giubbotti salvagente inadeguati e insufficienti per
mantenere a galla i naufraghi. La lancia, che già faceva acqua
lungo la traversata, si è trovata in difficoltà per il temporale
ed è andata a schiantarsi contro le rocce quando era a meno di
200 metri dalla terraferma. I migranti avevano pagato 1.500 euro
a testa per il viaggio della morte, per il quale la polizia
nazionale di Algesiras ha arrestato due marocchini di 32 e 21
anni, il pilota e copilota dell'imbarcazione. Sono accusati di
concorso in omicidio e di un reato contro i diritti dei
cittadini stranieri, informano fonti investigative citate dai
media iberici. Giovedì i due arrestati compariranno davanti al
magistrato nel Tribunale di Cadice per gli interrogatori. Le
ricerche delle vittime, dirette dal comando della Guardia civile
locale, continueranno per i prossimi due giorni.
Dal 1988 sono almeno 6.714 i migranti morti o scomparsi nelle
acque dello Stretto di Gibilterra, secondo la stima
dell'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim), che
considera la cifra calcolata per difetto perché molte vittime
non hanno i documenti. (ANSAmed).