Ai colloqui a Ginevra sono attesi rappresentanti di Marocco, Algeria, Mauritania e del Fronte Polisario. Quest'ultimo "non era, non è e non sarà mai riconosciuto come unico rappresentante del popolo sahrawi", sottolinea l'ambasciatore marocchino. "Non ci troviamo in un conflitto tra due realtà sociologiche e culturali lontane, sono nostri cugini, nostri fratelli" e "non hanno autonomia, sono sotto il controllo dell'Algeria", ed è per questo che "noi abbiamo sempre richiesto che il dibattito fosse sempre tra Marocco e Algeria". Il re del Marocco "ha accettato l'invito dell'inviato Onu, Horst Kohler" ai colloqui, perché "noi abbiamo una proposta chiara e precisa da negoziare" con "totale buona fede e senza pregiudizio".
"Siamo convinti che il conflitto sia totalmente artificiale, e il suo costo sia ormai storicamente un reato. Io mi sento colpevole, come responsabile del mio Paese, per ciò che accade alle nuove generazioni del Maghreb", ha dichiarato Abouyoub. "Il Maghreb unito come zona economicamente integrata e con un progetto politicamente democratico sarebbe un'opportunità incredibile per affrontare le sfide sociali" dell'area. "Noi vogliamo aprire un orizzonte positivo, non possiamo aspettare di più. L'immigrazione africana con la situazione del Maghreb possono diventare una miscela esplosiva, e possiamo curarla oggi, non solo noi ma anche con voi dell'Europa".(ANSAmed).