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Migranti: Marocco chiede aiuti a Spagna per frenare flussi

Programmi di formazione e un Erasmus per giovani post laureati

03 gennaio, 13:39

(ANSAmed) - MADRID, 3 GEN - Programmi di formazione in settori chiave come la sanità e quello alberghiero, corsi post laurea in Spagna e una campagna per neutralizzare i messaggi e i video in Rete, che incentivano i viaggi della speranza attraverso lo Stretto di Gibilterra. Sono le richieste avanzate dal Marocco alle autorità spagnole per intensificare i controlli alla frontiera sud dell'Europa.

Secondo fonti al corrente dei negoziati, citate oggi da El Pais, oltre ai 140 milioni di euro che la Unione Europea si è impegnata a finanziare al Marocco, il Paese magrebino reclama aiuti per formare lavoratori nel settori del turismo e la sanità, un programma di scambi per studenti universitari e una campagna per contrastare i messaggi diffusi nei social network dalle mafie di trafficanti, che annunciano viaggi gratuiti verso le coste spagnole. Per far fronte a tali richieste, la segretaria di Stato spagnola per il Lavoro, le Migrazioni e la Previdenza Sociale, Consuelo Rumi, ha programmato a fine mese una trasferta a Bruxelles, per sollecitare fondi aggiuntivi a quelli già impegnati dalla Ue.

"Bisogna investire in questo tipo di iniziative; la Ue deve esserne coinvolta", indicano le fonti ministeriali citate. Non solo sbloccare i 140 milioni stanziati da mesi da Bruxelles per appoggiare il Marocco nella gestione dei flussi migratori, ma una serie di programmi che abbiano ripercussioni sullo sviluppo economico e sociale del Paese. Fra questi, il finanziamento di progetti di formazione da parte di personale spagnolo di professionisti marocchini nei settori alberghiero e sanitario, soprattutto infermieristico. E una sorta di programma Erasmus perché studenti universitari marocchini laureati possano frequentare corsi post-laurea in Spagna e rientrare nel Paese d'origine con l'esperienza accademica realizzata all'estero. La Spagna, secondo le fonti, si è impegnata a sostenere le richieste di Rabat, il principale partner nella lotta all'immigrazione clandestina e territorio di partenza degli oltre 62mila migranti giunti in territorio spagnolo nel 2018, secondo i dati diffusi dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Il 21% del totale dei migranti sbarcati lo scorso anno sulle coste iberiche era di origini marocchine. Un esodo di giovani attribuito alla mancanza di prospettive di lavoro, alla repressione dei movimenti sociali o al ripristino del servizio di leva obbligatorio in Marocco. Da parte loro, le autorità marocchine hanno rafforzato i controlli alle frontiere, impedendo l'accesso in territorio spagnolo di 13.721 migranti nel 2018, secondo l'ultimo rapporto settimanale sui flussi migratori della Commissione Europea. E hanno intensificato i controlli in punti strategici delle frontiere di Ceuta e Melilla, dispiegando anche militari delle forze amate, per alleggerire la pressione migratoria. (ANSAmed).

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