(ANSAmed) - RABAT, 22 GEN - Human Rights Watch bacchetta il
Marocco: "è un paese sempre più intollerante nei confronti del
dissenso". L'organizzazione non governativa di base a New York
passa al setaccio le falle del sistema marocchino in tema di
diritti e nel rapporto annuale elenca i punti critici. Forze
dell'ordine che "abusano dei mezzi di correzione", "repressione
di ogni manifestazione di protesta, anche quando sono
pacifiche", "processi iniqui", come nel caso dei detenuti
dell'Hirak, il movimento che ha scosso il nord del Marocco e
soprattutto la città di Al Hoceima tra il 2016 e il 2017,
"detenuti inascoltati", come i prigionieri di Kenitra, a nord di
Rabat, che volevano avvicinarsi alle loro famiglie nelle
province del Sud. E, ancora, organizzazioni per i diritti di
fatto messe nell'impossibilità di lavorare, per esempio nelle
zone del Sahara occidentale.
Dito puntato anche sulla condizione femminile, con i
matrimoni tra minori che rappresentano un "problema rilevante",
nonostante il codice di famiglia fissi l'età minima per le nozze
a 18 anni, e quella legge contro la violenza contro le donne,
entrata in vigore nel settembre 2018, che "non è abbastanza
efficace nei controlli", "non aiuta chi potrebbe sporgere
denuncia e cioè proprio le donne".
Inoltre, il codice penale del Marocco "continua a
discriminare le persone Lgbt". L'articolo 489 stabilisce pene da
sei mesi a tre anni "per atti osceni o innaturali con un
individuo dello stesso sesso".
Poi c'è il nodo migranti: "non esiste ancora il diritto
d'asilo". E pur riconoscendo a oltre un migliaio di migranti
l'accesso ai "servizi pubblici essenziali, come l'istruzione e
la salute, il Marocco non ha concesso loro il diritto al
lavoro".(ANSAmed).