Nella piccola comunità, secondo le dichiarazioni dell'arcivescovo di Rabat monsignor Cristóbal López Romero, sono rappresentati più di 100 paesi. E "costruire l'unità nella diversità", secondo l'alto prelato è la principale delle sfide.
Altra storia da quando, era il 1955, 200 chiese e cappelle erano disponibili per 500.000 europei in Marocco. Ora, il culto è riservato a quanti arrivano in Marocco per lavoro o motivi di studio e soprattutto al gran numero di migranti che credono di essere solo di passaggio. "Le nostre chiese sono ringiovanite.
Dico che ci sono più giovani che vecchi, più neri che bianchi, queste sono le caratteristiche delle nostre comunità cristiane oggi", va ripetendo l'arcivescovo di Rabat. Il sospetto che "l'Europa paghi il Marocco per trattenere i migranti con la forza", secondo la denuncia di monsignor López, apre il secondo fronte della Chiesa cattolica marocchina. Un servizio che papa Francesco sottolineerà visitando gli immigrati nella sede della Caritas diocesana.
La visita del Papa, atteso sabato a Rabat, rappresenta 'un'opportunità unica', commenta monsignor Lopez, citato dalla testata saudita Arab News. Il Papa si tratterrà due giorni in una visita ufficiale organizzata su invito del re marocchino, Mohammed VI, per lo sviluppo del dialogo tra religioni.
(ANSAmed).