Il processo si era aperto il 2 maggio, davanti alla Corte d'Appello di Sale, ma su richiesta dei difensori era stato subito aggiornato.
Provenienti da quartieri poveri e ambienti modesti, con un livello d'istruzione molto basso, gli imputati sono difesi da un collegio di avvocati d'ufficio, che hanno avuto poco tempo per studiare i faldoni dell'accusa. Ci vorranno mesi per arrivare alla sentenza.
I 24 coimputati a vario titolo sono accusati di reati che vanno dall'apologia di terrorismo, all'omicidio premeditato, alla costituzione di gruppo terroristico. Di età compresa tra i 25 e i 33 anni, tutti originari della regione di Marrakech, rischiano la pena di morte. Il più giovane ha 20 anni, il più grande 51. I principali imputati sono quattro; tre di loro, accusati di aver materialmente commesso l'omicidio, poche ore prima, davanti alle telecamere avevano prestato giuramento di fedeltà al sedicente Stato islamico.
Il quarto uomo, invece, si sarebbe staccato dal gruppo poco prima che fosse compiuto il delitto. Sono accusati di aver ucciso Louisa Vesterager Jaspersen, studentessa danese di 24 anni e l'amica Maren Ueland, 28 anni, originaria della Norvegia, la notte tra il 16 e il 17 dicembre, su uno degli altipiani ai piedi del monte Toubkal. I corpi decapitati delle due ragazze erano stati trovati da un pastore, all'alba. Il delitto, che ha sconvolto il Marocco, è stato filmato e diffuso in Rete; secondo l'accusa il gruppo si sarebbe trasferito sulle pendici dell'Atlante fin dal 12 dicembre, deciso a "assassinare turisti". Un'azione dimostrativa, per accreditarsi quali "terroristi". (ANSAmed)