(ANSAmed) - ROMA, 24 OTT - L'eterno duello tra le radici e il
progresso, tra la tradizione e il cambiamento e, in ultima
analisi, tra Oriente (includendo anche il Nordafrica) e
l'Occidente: Fouad Laroui, autore marocchino che vive ed insegna
ad Amsterdam, e che scrive i suoi libri in francese e olandese,
incarna perfettamente queste tensioni.
E lo fa anche nel suo ultimo romanzo, 'Le tribolazioni
dell'ultimo Sijilmassi' (Del Vecchio), in cui racconta del
percorso a ritroso di Adam Sijilmassi, un ingegnere marocchino
di successo. Che durante il volo di ritorno da una importante e
fruttuosa missione commerciale in Asia, inizia a farsi domande
sulla propria identità, domande urgenti ed opprimenti che
necessitano di una risposta in tempi brevissimi.
Dice quindi addio alla sua vita all'occidentale e, giunto a
Casablanca, smette i panni del manager globalizzato e, a piedi,
si incammina verso il proprio villaggio natale e la casa di
famiglia, dove viene però accolto dai paesani con dubbi,
sospetti e interrogativi. Laroui, classe 1958, premio Goncourt e
Jean Giono, non abbandona il suo tono ironico nel trattare temi
anche di peso, che gli è valso il grande successo internazionale
di libri come 'Un anno con i francesi' o 'L'esteta radicale'.
(ANSAmed).