Rispetto a ieri tuttavia la situazione in Dalmazia è molto meno drammatica e sono rientrati gli allarmi per i centri abitati. Tutti i circa 40 mila turisti che si trovano sulla riviera di Spalato sono al sicuro e in nessun momento e' emersa la necessità di una loro evacuazione preventiva. Il grande incendio con un fronte di fiamme lungo 15 chilometri, che ieri sera tardi si è avvicinato alla periferia orientale di Spalato, divorando migliaia di ettari di uliveti, boschi e macchia mediterranea, è sotto controllo e la città è fuori pericolo.
Alcuni roghi sono ancora attivi in zone remote e secondo gli esperti ci vorranno almeno altri dieci giorni per spegnerli completamente. A favore dei soccorritori oggi ha giocato la situazione meteorologica dato che da stamane si è placato il forte vento di bora che ieri aveva alimentato le fiamme, impedendo al tempo stesso l'azione dei Canadair. Secondo i dati ufficiali a chiedere soccorso medico sono state sedici persone, per lo più per problemi respiratori causati dal fumo. Ieri un anziano uomo è deceduto di infarto, probabilmente causato dalla paura e dallo stress. I danni materiali non sono ancora stati stimati. Per ora è noto che una decina di piccole case e alcune automobili in villaggi vicino a Spalato sono andati distrutti per le fiamme.
La situazione drammatica ieri notte nelle vicinanze di Spalato ha suscitato una valanga di critiche e dubbi sul giusto coordinamento e l'efficacia delle operazioni di spegnimento.
Dopo che la presidente della Republica, Kolinda Grabar Kitarovic, ha affermato che "forse l'esercito sarebbe dovuto intervenire prima", il ministro della Difesa ha offerto le dimissioni, poi però respinte dal premier e dalla stessa presidente.
In Montenegro, colpito anch'esso dall'emergenza incendi, è ancora critica la situazione sulla costa adriatica affollata di turisti, nell'area di Tivat e delle Bocche di Cattaro dove si segnalano ancora diversi roghi. Tra ieri e oggi sono state evacuate centinaia di turisti dopo che le fiamme si sono avvicinate a una zona che ospita un campeggio.
Anche nel sud della Bosnia nelle ultime 24 ore erano attivi una ventina di roghi, specie nell'area di Mostar, Capljina e Citluk, in Erzegovina. In gran parte si tratta di focolai minori in zone disabitate e remote. Ieri gli elicotteri delle Forze armate erano intervenuti nell'area di Ljubinje e di Trebinje dove la situazione era più critica. (ANSAmed).