Si tratta, ha aggiunto, di un "grande Paese che è impegnato a favore della stabilità dei Balcani, che è determinante per la stabilità dell'intera Europa". Un concetto questo che Tajani ha ribadito a più riprese nelle sue dichiarazioni a Belgrado dove, oltre a Vucic, ha incontrato la premier Ana Brnabic, la presidente del parlamento Maja Gojkovic e il ministro degli esteri Ivica Dacic. "Dal presidente Vucic - ha detto - ho ascoltato parole ferme a difesa degli interessi della Serbia, ma al tempo stesso piene di buon senso e spirito di lungimiranza nella prospettiva di raggiungere accordi e favorire il dialogo con i Paesi vicini". L'Unione europea, ha affermato Tajani, è nata per riportare la pace nell'intero continente sconvolto da due guerre mondiali. "Ed è giusto che tutti anche nei Balcani vivano in pace".
Sulla questione del Kosovo il presidente dell'Europarlamento ha insistito sulla necessità di proseguire nel dialogo fra Belgrado e Pristina con la mediazione Ue, per arrivare a un accordo sulla piena normalizzazione dei rapporti. "Per l'Unione è fondamentale che, prima dell'adesione della Serbia, vi sia un accordo vincolante tra Belgrado e Pristina", che non vuol dire riconoscimento del Kosovo. "Il riconoscimento dell'indipendenza di Pristina non ha nulla a che vedere con l'adesione all'Unione.
Importante è l'accordo vincolante tra le parti", ha affermato Tajani. La Serbia sta lavorando bene, c'è ancora del lavoro da fare in particolare in fatto di stato di diritto e libertà di stampa, "ma - ha detto Tajani - sono convinto che questo Paese, come assicurato dal presidente Vucic e dalla premier Brnabic, farà ogni sforzo per raggiungere l'obiettivo prima del 2025". (ANSAmed).