(di Sami el-Ajrami)
(ANSAmed) - GAZA, 8 AGO - Gli echi della battaglia infuriata
nel nord del Sinai fra l'esercito egiziano e unità di miliziani
islamici rischiano ormai di deflagrare fra i palestinesi della
confinante Striscia di Gaza e generano nella gente un crescente
senso d'ansia. Da un lato, gran parte della popolazione si
mostra indignata per l'uccisione, domenica sera, di 16 militari
egiziani e la giudica un crimine imperdonabile. Ma dall'altro
sale il timore che la reazione delle forze del Cairo si rivolga
indirizzarsi presto anche verso i tunnel del contrabbando fra
Sinai e Striscia, usati anvhr per l'approvvigionamento di generi
di prima necessità. Dall'estremità meridionale della Striscia si
vedono mezzi pesanti organizzarsi, pronti all'apparenza alla
demolizione dei tunnel. Anche se nel Sinai settentrionale, nella
zona di el-Arish, miliziani islamici hanno attaccato di nuovo
nelle scorse ore le forze egiziane, proprio per impedire - si
dice - che quelle gallerie clandestine siano messe fuori uso.
Intanto il ministro degli interni dell'esecutivo di Hamas,
Fathi Hammad, ha compiut un sopralluogo sul confine con
l'Egitto. Ai gestori dei tunnel ha ricordato che per il momento
é vietata loro qualsiasi attività. Il Cairo sospetta che da lì
siano passati gli assalitori (o parte degli assalitori) che
domenica hanno massacrato i 16 militari e un'inchiesta è tuttora
in corso.
Da questa vicenda, viene fatto notare, Hamas ha in effetti
molto da perdere. Certo, in un momento così delicato, non vuole
irritare in alcun modo il nuovo governo egiziano e il presidente
islamico 'fratello' Mohammed Morsi. Al tempo stesso la
supervisione dei tunnel (stimati in un migliaio, di cui 400
particolarmente attivi) rappresenta per la leadership di Gaza un
introito importante. In contatti discreti dietro le quinte,
Hamas pare voler cercare dunque di salvare il salvabile.
A pesare c'è poi la chiusura a tempo indeterminato, ordinata
dall'Egitto dopo la strage, del valico di Rafah: unico punto di
transito disponibile per la popolazione di Gaza, Israele a
parte. Ancora di recente, reduce da una visita al Cairo, il capo
dell'esecutivo di Hamas, Ismail Haniyeh aveva annunciato che
quel valico, grazie a Morsi, sarebbe rimasto aperto più che in
passato. L'attacco di domenica ha però ribaltato le cose.
Su chi abbia in realtà ordinato la chiusura a oltranza di
Rafah, esistono a Gaza opinioni diverse. Molti credono che Morsi
avrebbe preferito astenersi da misure di punizione collettiva
della Striscia, ipotizzando che il capo del Consiglio militare,
Hussein Tantawi, gli abbia imposto invece la linea della
fermezza. E concludono: "Il rischio, per i palestinesi di Gaza,
é finire tutti vittime delle lotte di potere al
Cairo".(ANSAmed).